Lui non sarà a Recanati domenica prossima ma anche se fosse stato presente Enrico Fabbraccio, consigliere comunale della lista civica “Recanati” e componente del direttivo regionale dell’Anci giovani, non andava carto a votare per il rinnovo degli organi di governo della Provincia. “Non so sinceramente se avrei votato per qualcuno o lasciato scheda bianca e, meglio, se fossi andato a votare.” Non condivide affatto la riforma Delrio del 2014 che ha tolto ai cittadini, dice, la possibilità di scegliersi i propri candidati. Anzi lui la chiama la “mezza abolizione” perché, dice, “noi viviamo nel paese delle mezze misure nonostante ci troviamo ad affrontare una crisi economica impressionante con il problema delle pensioni e del poco lavoro per i giovani. “Bene aver tagliato i costi della politica, ma la provincia oggi continua, come ieri, a gestire l’edilizia pubblica, la tutela dell’ambiente, i trasporti, l’urbanistica, le scuole, le strade.. Quello che è stato tagliato a livello di potere e di funzioni è nulla. Quindi cosa significa questa riforma che è semplicemente un passaggio che non serve assolutamente a nulla?” Per Fabbraccio sarebbe stato meglio aspettare l’esito del referendum e solo successivamente applicare la riforma mantenendo però il rapporto democratico del voto dei cittadini. “Mi trovo completamente in disaccordo con questa riforma”, dice ancora il consigliere ricordando che il voto dei consiglieri dei comuni di Civitanova Marche, Macerata, Recanati e Tolentino, i primi 4 Comuni della provincia, “hanno un peso politico maggiore nella votazione, e cioè il punteggio che da il mio voto ad un candidato è molto differente rispetto a quello che può avere un rappresentante di un comune più piccolo. Quindi le amministrazioni più grandi saranno più rappresentate e avranno un peso politico maggiore rispetto agli altri e può succedere che nelle scelte politiche non si sia molto obiettivi ma sbilanciati rispetto magari alla tutela dell’entroterra o delle esigenze di altri comuni più piccoli.”
;