Si è spento oggi verso mezzogiorno, dopo due mesi di malattia, di cui in gran parte trascorsi in ospedale, Walter Mandolini, 82 anni, personaggio molto noto in città per essere uno dei più stimati fotografi cittadini. Aveva iniziato ad appassionarsi alla macchina fotografica sin da giovanissimo nella bottega di suo zio Remo Stortoni, grande ritrattista, e da allora non ha mai abbandonato l’obiettivo diventando ben presto uno dei testimoni eccellenti della vita della città. Nel suo laboratorio, in via Falleroni, divenuto negli anni il ritrovo di un bel gruppo di amici, sono raccolte le immagini più importanti della storia e degli uomini della città, dagli anni ’40 ai giorni nostri: la vetrina del negozio di “Valterì”, come lo chiamavano gli amici, diventava spesso una bacheca di ricordi dove lui esponeva le foto di un tempo. Aveva scoperto di esser ammalato di cuore circa due mesi fa: era stato prima ricoverato per molto tempo all’ospedale di Civitanova e poi da lì trasferito a Torrette di Ancona nella speranza di potersi sottoporre ad un delicato intervento chirurgico ma non ce l’ha fatta ad aspettare. Nel 2011 fu nominato fotografo onorario del Fotocineclub di Recanati, ricorda l’amico Antonio Baleani a cui lo legava la comune passione per la fotografia. “Un’intera vita dedicata alla fotografia per cui nutriva una passione smisurata. Era una vera e propria miniera di conoscenza e di tecnica. Lavorava ancora sulle lastre, aveva un’abilità di ritocco unica. Solo recentemente aveva iniziato a utilizzare il digitale, per fare qualche scatto, ma con lui scompare anche un modo di operare che oggi è sconosciuto praticamente a tutti. Amava molto il territorio, la sua gente, ricorda ancora Baleani, e il suo archivio è immenso raccogliendo oltre 70 anni della storia della città, delle persone, delle trasformazioni urbane.” Non era sposato ma molto legato alla sua famiglia, due fratelli e una sorella. Il funerale di Walter Mandolini si terrà sabato alle 9,30 nella cattedrale di Recanati nel quartiere Duomo dove abitava.
foto di Antonio Baleani
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