Furbescamente dopo il referendum si metteranno in atto ulteriori tagli alla sanità con una raffica di ticket già programmati

Il decreto di “appropriatezza” che riscrive i nuovi livelli di assistenza (LEA) prevede che dovremo pagare un tiket pari a 80 milioni di euro sia per ben 203 nuove prestazioni che su alcuni interventi chirurgici.

Dopo aver completamente depredato il nostro ospedale sul quale da circa quattro anni è presente quel vergognoso cantiere edilizio adibito ad uso elettorale, sempre fermo e pronto per ripartire solo in occasione del voto, usato come specchietto per le allodole in barba all’intelligenza dei cittadini, come già previsto dall’ultimo piano sanitario regionale, il calvario della sanità recanatese è giunto al suo compimento. I pirati della politica regionale con il benestare di quella locale, hanno messo a segno l’ultimo grave atto della chiusura del primo punto d’intervento, mentre tutti gli altri pronto soccorso da tempo scoppiano. E questo contrariamente a quanto sosteneva il PD locale, cioè che, grazie all’evoluzione della medicina moderna, per il nostro ospedale sarebbe stato sufficiente avere solamente un buon pronto soccorso per stabilizzare i pazienti per poi portarli negli ospedali vicini.

Ora insieme ai cittadini dobbiamo dare una risposta fortissima con azioni e dimostrazioni miranti al ritiro del provvedimento.

Il nuovo decreto così detto di “appropriatezza”, preparato dalla Presidenza Renzi comporterà ulteriori pesantissimi tagli sul servizio sanitario nazionale, con l’introduzione del pagamento per 203 nuove prestazioni sanitarie e per alcuni interventi chirurgici; questi encomiabili provvedimenti comporteranno forti aggravi per le tasche dei cittadini e andranno a colpire maggiormente i ceti deboli e gli anziani. Si stima che, così operando, si provocherà un ulteriore aumento di morti, se è vero quanto emerge dai dati Istat del 2015, che hanno evidenziato un 12% di decessi in più rispetto al 2014 a causa della chiusura degli ospedali, della riduzione dei posti letto, delle lunghissime liste di attesa e della mancanza di soldi persino per l’acquisto di medicinali.

Come si legge nella relazione illustrativa del nuovo decreto composto da 39 pagine comprendenti 63 articoli, questo andrà a sostituire il vecchio Dpcm del 29 novembre 2001 e numerosi altri provvedimenti ancora in vigore. Si riscrivono così i criteri dei nuovi livelli (LEA) essenziali di assistenza, in stand-by da 16 mesi, la cui attuazione è stata più volte rinviata per i risvolti negativi che poteva produrre.

 

La Cgil funzione pubblica e molti quotidiani nazionali hanno calcolato che i nuovi provvedimenti comporteranno un costo maggiore a carico dei cittadini di circa 80 milioni di euro e che a pagare saranno anziani, malati, pensionati e il ceto medio in generale, specialmente se con uno straccio di reddito; sarà infatti quest’ultimo il più penalizzato, quello che ha già più serie difficoltà ad accedere alle cure, a causa del muro costruito “ad hoc” delle liste di attesa e dei tiket, mentre a beneficiarne saranno i nullatenenti, gli evasori fiscali e i tantissimi che risultano poco-tenenti e altre realtà emergenti.

La lunga lista contenuta nel decreto con i nuovi livelli essenziali di assistenza annovera le nuove categorie di prestazioni a pagamento, tra cui rientrano: odontoiatria, genetica, radiologia diagnostica, esami di laboratorio, dermatologia, allergologia, medicina nucleare, intervento alla cataratta, artroscopia, liberazione tunnel carpale, intervento ernia linguale, ombelicale e femorale con o senza protesi, amputazione delle dita della mano o del piede, calcoli renali, intervento su dita a martello, ricostruzione della palpebra.

Secondo quanto affermato da insigni professori universitari trattasi di un progetto di eutanasia nascosta volto a debellare gli anziani, rei di costare troppo alla società perché titolari di una pensione; aggiungo io che questi ultimi non rappresentano un futuro investimento elettorale, per cui le loro pensioni potranno essere utilmente utilizzate per i costi dell’accoglienza agli extracomunitari in soggiorno per i quali, molto probabilmente, qualche perversa mente politica penserà di attuare una sanatoria allo scopo di farli votare quanto prima, magari a favore dei partiti che li continuano ad accettare.

Prima di tagliare la sanità pubblica, primo bene sociale dei cittadini, sarebbe necessario riformare il sistema politico italiano dando una sostanziale sforbiciata ai costi della politica, ad esempio chiudendo definitivamente le province, raggruppando le regioni, costruendo un sistema di Repubblica Presidenziale.

Recanati 08-10-2016                                                      

                                                                                Antonio Baleani

                                                            Consigliere comunale Obiettivo Recanati

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