Irrompe nel dibattito sul Centro Città dopo le violazioni evidenziate, in fase di realizzazione del mega complesso edilizio, dall’Autorità anticorruzione, il padre di quel progetto, l’architetto Mario Sensini, dirigente dell’ufficio tecnico di Recanati per nove anni dell’amministrazione Corvatta.
Pubblichiamo di seguito l'intervento che ci ha inviato
Sulle questioni sollevate dall'ANAC, con la Deliberazione 1004 del 21/09/2016, in merito all'attuazione del Programma Urbano Complesso denominato "Centro Città" nel Comune di Recanati, credo di poter dare un contributo avendo vissuto direttamente tutta la prima parte del Programma, dal Progetto alla Convenzione.
Quel progetto del "Centro Città", che al sindaco Fiordomo non piaceva, l'avevo fatto io nel 2000 su incarico dell'Amministrazione comunale, me lo disse lui stesso qualche giorno prima della firma della convenzione del 2009, e si perché anche la convenzione l'ho scritta e sottoscritta io come dirigente dell'Area tecnica.
Quindi avevo fatto tutto io, probabilmente anche con qualche errore, ma con la totale condivisione dell'Amministrazione Corvatta.
Quel progetto approvato nel 2001 era molto importante, lo dico dal punto di vista culturale, ci credevo, rappresentava sicuramente un primo passo verso quella "rigenerazione urbana" di cui oggi si fa un gran parlare, ma che per allora forse era troppo resto, i tempi non erano ancora maturi.
Il progetto fu osteggiato fin da subito, si costituì addirittura un comitato spontaneo di cittadini con il motto "FERMIAMO IL MOSTRO"
Fu oggetto di un ricorso al TAR Marche di 35 pagine a firma dell'Avv. Roberto Gaetani presentato dal CODACONS e da alcuni cittadini che ne chiedevano l'annullamento.
Successivamente il ricorso venne rigettato.
Questo era il "Mostro" – da una simulazione dell'inserimento ambientale del progetto su una foto tratta dal volume "RECANATI AREA DENOMINATA CENTRO CITTÀ PIANI E PROPOSTE" Francesca Filippetti – Recanati Giugno 1996
"La soluzione di progetto trae i suoi fondamenti dalla storia della zona ed è impostata sui seguenti concetti guida: Valorizzare la zona Ridandole quel ruolo produttivo che da sempre la ha caratterizzata collocandovi tutte quelle attività economiche che non risultano compatibili con le esigenze di tutela del centro storico, secondo il giusto principio che la morfologia del "castello" non è più rispondente, nè adeguata alle attività che richiedono facilità di accesso, notevole presenza di persone e cose.
Tutelare il varco percettivo, fortunatamente salvo, tra la Città e la campagna, quell'affaccio sul mare, che al tempo del Castrum Maris svolgeva un ruolo strategico ai fini della sicurezza, e che oggi può continuare a svolgere un ruolo, altrettanto strategico, di tutela ambientale da concretizzare attraverso il Restauro conservativo del Foro Boario e del Campo di Marte: parco urbano e piazza polivalente come componenti dello spazio vuoto non costruito all'interno dell'area di progetto.
Risanare la parte di maggiore degrado concentrata lungo la discesa dell'antica Via della Marmotta e rappresentata da un lato da piccole costruzione eredità del primo nucleo fuori le mura, da edifici recenti mai completati e dal piazzale parcheggio di Viale Adriatico; dall'altro lato, verso il Campo sportivo, un muro di sostegno, una cabina a torre, la scarpata di raccordo con il piano di campagna costituiscono tutti elementi di forte caratterizzazione del degrado che in queste aree di margine si accentua per la non presenza di elementi di interesse e la conseguente scarsa attenzione collettiva.
Il recupero del concetto di strada come sede della comunicazione, elemento primario di riferimento di tutti i percorsi con il ripristino della continuità interrotta dalle mura sforzesche, tra la Porta San Domenico e la sottostante campagna.
In questo quadro di progetto ben si colloca la proposta di trasferire l'attuale scuola Elementare B.Gigli sull'area del Vecchio Mattatoio trasformando l'attuale edificio in funzione dell'insediamento di adeguate attività economiche ben rapportate al centro storico."
La storia del Centro Città era iniziata con la delibera del CC n° 74 del Dicembre 2001 che aveva come oggetto la ratifica dell'accordo di programma in variante al PRG per l'attuazione del Programma Urbano Compresso denominato "Centro Città".
- ricorso del CODACONS fu rigettato dal TAR ma fece perdere molto tempo all'Amministrazione comunale di allora per arrivare al Maggio del 2007 quando si pubblicò l'avviso per la ricerca del promotore.
- percorso terminerà nel Giugno del 2009 con la stipula della convenzione per la costruzione e gestione dell'opera del valore di €. 6.590.000,00, opera che sarebbe dovuta terminare entro tre anni, quindi entro il giugno del 2012.
Ma le cose non andarono come previsto perché a seguito delle elezioni amministrative del 2009, dopo
- anni di amministrazione, la Giunta Corvatta lasciò il posto alla giunta Fiordomo che entrò in campo con il preciso intento di fermare il "MOSTRO".
- sindaco l'ha ripetuto anche qualche giorno fa in un comunicato a seguito dell'avvenuta notifica della Deliberazione dell'ANAC: " …Ilcontratto fu firmato a poche ore del voto e fu oggetto di una nostra contestazione in quanto con quella firma si impediva alla nuova amministrazione, qualunque fosse stata, di decidere in autonomia, con le mani libere. Il Project non ci piaceva. Troppo commerciale, pochi parcheggi, procedura discutibile…………………. "
Il progetto non piaceva neanche all'assessore Bravi che in una intervista a RADIO ERRE di qualche giorno fa dice: " il progetto non ci piaceva … l'aggiustamento del progetto era anche aggiustamento finanziario .. Nel 2009 si era evidenziato subito uno squilibrio finanziario legato principalmente alla sottovalutazione delle permute e alla totale assenza di viabilità adeguata. "
Cosa fa il sindaco Fiordomo che voleva avere "le mani libere"? Impiega un po' più tre anni per approvare una variante urbanistica e un nuovo progetto nell'Agosto del 2012 e stipula una nuova convenzione dell'importo di oltre 12 milioni di euro, una variante non di poco conto i cui punti più significativi riguardavano: a) I parcheggi, b) la viabilità, c) le permute, vediamoli nel dettaglio questi elementi della variante:
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Sorvolando sulla relativa incidenza dal punto di vista economico, del maggior numero dei parcheggi a raso, abbondantemente compensata dai minori parcheggi in struttura, è evidente che i maggiori oneri che avrebbero dato origine allo squilibrio finanziario, evidenziato dall'assessore Bravi, sono da riferire, oltre che all'adeguamento della viabilità, all'incidenza delle permute, cioè delle superfici residenziali e commerciali da cedere ai privati in cambio della cessione bonaria delle loro proprietà comprese all'interno dell'area di attuazione del programma, superfici che sono quasi raddoppiate.
A questo punto è necessario introdurre nell'analisi un atto della Giunta Fiordomo del Maggio del 2012 con il quale si rideterminano i valori delle permute che, come dice l'assessore Bravi, erano state sottostimate. La delibera ridetermina l'incidenza sul PEF del valore delle permute per un importo di €. 1.736.739,00 pari ad una incidenza media di €. 1.900,00 al mq di superficie da cedere (mq. 914.07).
La successiva stipula della nuova convenzione, avvenuta in data 11/08/2012 a seguito dell'approvazione definitiva del nuovo progetto preliminare e della variante urbanistica del precedente mese di Marzo, riporta un valore del P.F di €. 12.460.125,00 con un maggiore importo rispetto alla precedente pari ad €. 5.870.125,00.
Volendo anche prendere per buona la questione relativa ad una sottovalutazione delle permute, (probabilmente la mia stima – tenuto conto del mio ruolo – era un po' spostata verso la parte pubblica) queste permute avrebbero potuto incidere sulla variante per un importo non superiore al milione di euro, in considerazione della differenza tra la dimensione delle superfici ragguagliate della convenzione iniziale (mq. 740) e quelle rideterminate con l'atto di cui sopra.
E' del tutto evidente, guardando il progetto, che l'adeguamento della viabilità, terzo elemento significativo della variante, non avrebbe potuto incidere sul progetto per un importo di circa 5 milioni di euro, per cui altri sono gli elementi che hanno resa necessaria questa variante ad un progetto che al sindaco non piaceva, non piaceva a tal punto che ne ha fatto fare uno nuovo, quindi non si è trattato di correggere errori ed omissioni del progetto iniziale ma di abbandonare quel programma di rigenerazione urbana per realizzare una cosa diversa. Sorvolo anche sulla questione relativa agli ascensori per l'evidenza della forzatura, qualche doveroso cenno sullo sdoppiamento delle responsabilità in capo al concessionario contestata dall'ANAC e già prevista nella convenzione del 2009.
In sede di convenzione si ritenne utile contemplare la successiva costituzione di due società, proprio con lo scopo di tutelare l'interesse pubblico, separando le responsabilità della costruzione da quella successiva della gestione.
L'esigenza era strettamente connessa alla particolarità del programma che riportava una incidenza delle opere pubbliche e degli oneri di trasferimento (le permute) intorno al 50% del valore complessivo, era chiaro fin dall'inizio che il riequilibrio finanziario sarebbe derivato sostanzialmente dalla capacità della società di costruzione di intercettare gli interessi del mercato edilizio al fine di poter rientrare dell'investimento attraverso la vendita della prevista parte privata, lasciando alla successiva fase della gestione dei parcheggi, gli oneri per la copertura del servizio oltre all'eventuale attualizzazione dei proventi del periodo di gestione.
Quello che allora avevamo ritenuto importante, a tutela del pubblico interesse, era che in entrambe le società la maggioranza delle quote fossero rimaste in capo alle due aziende dell'ATI assegnataria come di fatto è stato rilevato dall'ANAC, in quanto nella società di costruzione le due aziende dell'ATI possedevano il 100% delle quote ed in quella della gestione ne possedevano il 99% lasciando solo l'uno per cento alla ditta specializzata nella gestione.
La procedura, tra l'altro, venne confermata dai legali del sindaco Fiordomo in sede di verifica della convenzione 2009 ritenendo che l'interesse pubblico era prevalente e quindi si poteva procedere sulla strada tracciata, ovviamente con una variante al progetto convenzionato.
A conclusione di questo mio contributo, spero, alla comprensione del tema, vorrei dire che al di là di tutte le tesi sulle attribuzioni di responsabilità per le quali le istituzioni deputate hanno fatto e faranno i loro rilievi, quello che mi pare evidenziare è che al sindaco e alla sua Amministrazione quel progetto del "Centro Città" non piaceva per cui ne hanno fatto fare un altro, rimane comunque un po' di amaro nel commentare queste strane vicende che caratterizzano "la cosa pubblica" nel nostro Paese: un'Amministrazione comunale approva un intervento che ritiene di pubblico
interesse, cambia l'amministrazione cambia il pubblico interesse……………………………… ma questo
è un altro tema.
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