RECANATI. E’ bastato il tam, tam, che ha viaggiato in rete, contro la chiusura del Punto di Primo Intervento dell’Ospedale di Recanati per radunare ieri sera al Salone del Popolo tanta gente come si era mai vista per una manifestazione spontanea.
L’iniziativa è nata da un gruppo di persone che ha lanciato, tramite face book appunto, l’appello a ritrovarsi tutti uniti nella lotta comune per salvare almeno il punto di emergenza. E’ il segnale dell’esasperazione dei cittadini che non vogliono più delegare il loro diritto alla salute a chi finora non ha fatto nulla per scongiurare la fine dell’ospedale Santa Lucia.
Lo ha ribadito in apertura il moderatore Valentino Morotti che ha letto il passo della Costituzione che rimarca proprio il diritto del cittadino ad esser curato a tutela della propria integrità fisica e psichica. Il clima si è subito surriscaldato ed era palpabile la rabbia dei presenti, in modo particolare di molti dipendenti dell’ospedale toccati direttamente dalla ormai imminente chiusura del Punto di Primo Intervento, previsto per la fine dell’anno.
Ha provato con coraggio Antonella Mariani, delegata alla sanità del Comune, a riportare a più miti consigli i presenti alquanto agguerriti illustrando quello che sarà l’ospedale di comunità dove non è più previsto quel servizio, che la gente ancora chiama pronto soccorso, e che in realtà oggi tratta solo codici verdi e bianchi e che domani non si occuperà neppure più di quelli perché lascia il posto ai medici di guardia medica di notte e al servizio infermieristico di giorno. Per la Mariani non sono mancate le contestazioni, come era prevedibile, considerato il clima che c’era in sala.
Sono intervenuti anche Marco Buccetti e Daniele Massaccesi, medici di medicina generale che hanno spiegato il perché non hanno aderito all’ospedale di comunità. Alla fine sul da farsi in termini concreti e convincenti si sono avanzate diverse proposte fra cui una petizione on line, la richiesta di un consiglio comunale aperto con la speranza che tutte le forze politiche e la stessa maggioranza si mettano a capo di una decisa azione di protesta e, se necessario, andare in massa in regione.
All’assemblea era presente anche il conte Vanni Leopardi che con spirito battagliero ha provato a suonare la carica invitando anche a non trascurare la scelta di trovarsi tutti in piazza affinchè il cittadino si appropri in pieno del proprio ruolo di protagonista degli eventi e non faccia più da semplice spettatore. E’ il solo modo, hanno convenuto in molti, di far sentire le proprie ragioni e lanciare un preciso avvertimento.
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