I lavoratori della Teuco tornano a fermare la catena produttiva e a protestare davanti i cancelli dell’azienda di Montelupone mercoledì prossimo (26 ottobre) con due ore di sciopero, dalle 10 alle 12, in attesa dell’incontro che ci sarà il giorno dopo fra le organizzazioni sindacali, la Rsu e la direzione aziendale.
Come un fulmine a ciel sereno improvvisamente è ricomparso, infatti, lo spettro del licenziamento per 108 lavoratori la cui procedura di mobilità è partita il 17 settembre scorso e scadrà il 2 gennaio prossimo. L’ultimo sciopero risale al maggio scorso quando, al termine di una lunga trattativa, si era concordato fra le parti di prorogare i contratti di solidarietà di tutto il personale, circa 196 dipendenti, sino a tutto il 2017.
Ieri nella sala conferenza della Cgil di Piediripa si sono dati appuntamento tutte le sigle sindacali, assenti i due sindaci di Montelupone e di Recanati, Pecora e Fiordomo, (presente l’assessore Giordano Elisei), proprio per annunciare le azioni di lotta dei lavoratori e spiegare come si è arrivati a questa situazione a dir poco drammatica.
Marco Ferracuti della Cisl si domanda “che senso ha mettere in mobilità 108 dipendenti quando è in corso una mobilità volontaria, accettata dalle organizzazione sindacali, per altri 50 lavoratori la cui scadenza è il 21 dicembre? Forse perché adesso il contratto di solidarietà costa di più per effetto del Jobs act che rende gli ammortizzatori sociali più costosi, mentre da gennaio licenziare costa di meno?” Certo che rimane incomprensibile procedere con un taglio occupazionale così drastico, 158 lavoratori su 196, perché si ha l’impressione, aggiunge infine Ferracuti, che si “vuol chiudere la Teuco. Se è così lo si dica.”
A rincarare la dose e le preoccupazioni è Daniel Taddei, segretario provinciale Cgil, che richiama la proprietà ad una maggiore responsabilità: “Un’azienda che dice che mi costa troppo il contratto di solidarietà e preferisco licenziare, oltre a smentire tutti gli impegni che si è presa pubblicamente, compreso l’incontro che c’è stato con i sindaci di Recanati e Montelupone, mostra un comportamento poco affidabile e la mancanza di visione del futuro. La tutela dell’occupazione ci sembra che sia l’ultima preoccupazione di questa azienda ed è grave.”
La Spa, unica del settore arredo bagno nel territorio, è di proprietà per l’80% di Certina Holding e per il 20% della Fimag del gruppo Guzzini. I sindacati, oltre ad annunciare lo sciopero, hanno anche dichiarato di voler impugnare il provvedimento perché, come ha affermato Manuel Broglia della Uil, “si tratta di una forzatura della legge sulla mobilità” in quanto un secondo provvedimento si viene ad aggiungere dal punto di vista temporale ad uno già in corso. “Useremo tutte le armi per contrastare quella che si sta manifestando come una volontà di liquidare l’azienda.” Vincenzo D’Alessandro (Fillea Cgil) fa una conclusione amara ricordando il percorso industriale della Teuco: “Quando c’è stato il passaggio dell’azienda dal gruppo Guzzini a Certina il progetto era quello di trovare soluzioni ad una situazione di difficoltà attraverso un’operazione di rilancio che poteva essere fatta, si disse allora, solo con la Certina. Ebbene possiamo dire che se oggi stiamo qui è perché questo piano è fallito.”
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