Durante i lavori del consiglio comunale di giovedì 17, il tempo a disposizione non è stato sufficiente per parlare di tutte le gravi problematiche della sanità locale, perciò sarebbe stata necessaria una seconda convocazione perché giorno dopo giorno la questione si aggrava. Adottando le consuete tecniche, la politica regionale continua imperterrita sulla strada dei tagli alla nostra sanità infischiandosi altamente del disagio e delle proteste dei cittadini lasciati con servizi inadeguati e insufficienti.
Le tecniche principali sono due. La prima è quella del balletto dei direttori, ai quali nel breve tempo del loro mandato, viene affidato principalmente il compito di effettuare tagli; la seconda consiste nel dimostrare attraverso i numeri gli obiettivi programmati che il S. Lucia non raggiunge e per far in modo che tali traguardi non vengano conseguiti si mettono in moto una serie di complesse e oscure strategie il cui fine tuttavia è molto chiaro.
Da alcune indagini da me svolte sembrerebbe che il martirio del S. Lucia non sia ancora concluso; ecco alcuni punti critici che si stanno creando ad hoc;
- La chirurgia ambulatoriale di Recanati multi disciplinare dall’estate scorsa è quasi ferma. Intanto il lunedì pomeriggio all’ospedale di Civitanova M. continua la chirurgia ambulatoriale, togliendola da Recanati, (nelle nostre sale operatorie si tengono appositamente le luci accese per camuffare la realtà);
- La chirurgia ambulatoriale dell’ospedale di Civitanova Marche nei reparti otorino e ortopedia e chirurgia/urologia risulta stracolma di sedute. Questi interventi ambulatoriali dovrebbero essere eseguiti nelle sale operatorie di Recanati, (come da determina 916 Asur del 24/12/2015) ma la direzione medica ospedaliera non da disposizioni ufficiali in merito. Inoltre, si fa presente che l’organico attuale della chirurgia di Civitanova è al completo, con 7 chirurghi più che sufficienti per eseguire interventi di chirurgia ambulatoriale ed endoscopia nel presidio di Recanati;
- Ci sono ancora disponibili circa 80 mila euro per la chirurgia di base, ma questi saranno dirottati tutti verso la chirurgia dell’ospedale di Civitanova Marche;
- A Recanati ci sono oltre120 richieste di pazienti in lista d’attesa per l’oculistica. Gli interventi sono bloccati da fine ottobre, ancora non si conosce la data di ripresa della sala operatoria oculistica;
- Nonostante il tutto esaurito nelle sale di Civitanova Marche, dal 1 gennaio le sedute per la dermatologia verranno ulteriormente implementate (ampio margine) sempre a discapito di Recanati. (Civitanova M. è in piena campagna elettorale, il messaggio è molto chiaro);
- La Terapia del dolore le cui sedute fino a poco tempo fa si svolgevano solo a Recanati, ora rischiano di sparire a favore di Civitanova M. un pezzo alla volta vengono trasferite con la relativa attrezzatura (amplificatore di brillanza, frutto di una donazione come la tac);
- Per il servizio endoscopia digestiva, voci attendibili indicano la sospensione dal 2017. Voci avvalorate dalla chiusura prenotazioni tramite il Cup;
La strategia politica sulla sanità regionale, mai chiaramente annunciata, risulta sempre più chiara; tutto prende inizio dal DCM n°70/2015 progettato nel 2012 dal ministero Renato Balduzzi e dal piano Socio Sanitario 2012/2014 con il declassamento dei piccoli ospedali a Poli Ambulatori, come alla fine diverrà anche Recanati.
E’ facile comprendere e prevedere che l’obiettivo della politica sanitaria Nazionale sarà quello di dividere la Sanità in due contenitori rispetto a come oggi è concepita. Nel primo contenitore verrà ricompresa l’assistenza ospedaliera di primo e di secondo livello; nel secondo livello figurerà solamente l’ospedale regionale delle Torrette di Ancona, mentre di primo livello verranno inserite strutture come il nuovo ospedale di Fermo con 300 posti letto posizionato logisticamente a cavallo tra la provincia di Fermo e Macerata Fano che servirà servire le due province: lo stesso criterio varrà per quello di Fano, anche questo posto a cavallo tra la provincia di Pesaro e Ancona. Aggiungiamo a quest’ultimo livello i due ospedale Inrca, di cui quello di Fermo già funzionante e quello di Camerano in costruzione. Tutti gli altri potranno essere declassati, utilizzati per altri servizi, rottamati, venduti per fare cassa.
L’altro contenitore presumibile corrisponderà al servizio relativo all’Assistenza Sociale Territoriale che piano piano verrà scorporato dal servizio sanitario e rimarrà a carico di regioni o comuni, che saranno così costretti a tassare ulteriormente i cittadini e, dato che si tratta di una misura impopolare nonché oggettivamente insostenibile e considerata l’altissima pressione fiscale, è facile prospettare che sarà svenduto ai magnati privati, i quali in questo modo si approprieranno di un settore del sociale che a livello nazionale vale circa 149 milioni di euro: un bel bocconcino per gli amici degli amici.
Se ipotizzo bene le prospettive, risultano anche chiare le prossime mosse già programmate nelle segrete stanze dei colonnelli del PD. Molto presto adducendo i numeri negativi, le nostre sale operatorie saranno smontate, per adottare i termini di moda rottamate.
Il vecchio e collaudato sistema della rottamazione funziona e colpisce ancora perfettamente, per cui una dopo l’altra sono state giustificate le chiusure di tutti i nostri reparti anche quelli di eccellenza come il reparto Materno Infantile di Recanati, riconosciuto dall’Unicef come ospedale Amico del Bambino.
Antonio Baleani
Consigliere Comunale Capo gruppo ”Obiettivo Recanati”
;