Una bomba ad orologeria la vicenda del PIP di Squartabue

Il Comune di Recanati rischia di trovarsi nel 2018 a dover pagare qualche milione di euro ai legittimi proprietari delle aree Pip (piano insediamento produttivo), adottato nel lontano 2002 e mai più realizzato. Ma nel frattempo i proprietari di quell’aree edificabili hanno pagato fior fiore di tasse che si preparano ora, con una serie di azioni legali, a richiedere indietro dal Comune.

A lanciare l’allarme sulla vicenda del Pip di Squartabue, la zona industriale recanatese a confine con i Comuni di Castelfidardo e Loreto, è Armando Taddei che sino a qualche giorno fa sedeva all’interno della giunta Fiordomo con la delega alle attività turistiche e produttive. Confessa che in tutti questi anni, in cui ha avuto una responsabilità politico-amministrativa, ha cercato di interessarsene e di sollevare ogni volta il problema ma senza successo.

L’urgenza è data dall’imminente scadenza fissata per il 2018 perché dopo 15 anni il PIP scade: “il tutto nasce nel 2002/2003 quando all’epoca c’era una grossa richiesta di artigiani e quindi la corsa a rendere le aree fabbricabili di tipo industriale. Nel 2013 il consiglio comunale, visto che il PIP non era ancora realizzato, deliberò la proroga di ulteriori 5 anni di validità ma questo oggi non è più possibile farlo: nel 2018 o il PIP parte o non se ne fa più nulla, spiega Taddei.”

Insomma aggiunge Taddei “se il PIP non si realizza sarà necessario ritornare indietro ai proprietari dei terreni quanto hanno impropriamente pagato in questi 15 anni in fatto di Imu. E si parla di tanti milioni di euro, precisa Taddei. A meno che prima del 2018 l’amministrazione comunale non li espropri: comunque vada sarà sempre un bagno di sangue sia che l’Amministrazione diventi proprietaria dei terreni sia che ritorni ai legittimi proprietari i soldi pagati e non dovuti.”

Taddei non vuol fare la Cassandra della situazione ma è convinto “che la storia dei PIP è una bomba ad orologeria che scoppierà se non viene disinnescata. Sembra che sia il destino di Recanati che ogni amministrazione lasci a quella successiva qualche problema per l’insipienza di chi non ha affrontato e risolto le questioni.”

Per lui la soluzione più giusta è che anno dopo anno l’Amministrazione espropri finalmente quei terreni, come d’altra parte la legge prevede sia fatto, trasformandoli in agricoli e facendoli gestire magari alla Fondazione Ircer che ha una propria azienda agraria. “Ma facciamo in fretta e anche l’opposizione su questo tema non sia latente.”

 

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