“Ridateci quell’immobile che fa corpo unico con l’ospedale Santa Lucia di cui la regione se n’è appropriata senza averne diritto.” E’ quanto sostiene Sergio Beccacece, già assessore ai servizi sociali e presidente degli Ircer nel periodo della difficile trasformazione dell’Ente in Fondazione ed oggi direttore del corso di storia all’Università permanente.
Secondo le ricerche e gli studi fatti da Beccacece l’edificio ospedaliero del Santa Lucia alcuni decenni fa, prima della legge Mariotti del 1968 (che istituì il servizio sanitario pubblico), era dell’Opera Pia Ospedale Civile Santa Lucia gestita dagli Ircer e il funzionamento veniva garantito dalle mutue e dai 400 ettari di terreno donati dai cittadini recanatesi le cui rendite andavano ai fini dell’ospedale. Non era un ente pubblico statale o regionale ma tipicamente recanatese e “costruito, dice Beccacece, con il sangue e il sudore dei recanatesi.”
Con l’introduzione della legge Mariotti non solo l’ente pubblico fece propria la proprietà inerente all’attività sanitaria dell’Opera Pia Ospedale Santa Lucia, ma rese pubblica anche quella parte dell’edificio confinante che si trova per intenderci accanto alla chiesa attuale, anche se la sua funzione non era sanitaria ma socio assistenziale. Per Beccacece è necessario rivalutare se il passaggio di questo edificio dal punto di vista legale alla regione Marche sia stato allora del tutto legittimo. “Io ho molti dubbi e vedrei bene come stanno le cose.”
Beccacece, insomma, è dell’avviso che in questo passaggio di proprietà ad essere stati penalizzati siano stati proprio gli Ircer e la città di Recanati mentre a guadagnarci siano stati lo Stato e, nel caso specifico, la Regione. Vediamo perché. Nel 1884 nacque per decreto reale “l’Opera Pia di Mendicità e dei cronici”, nel cui Statuto era chiaramente indicato nel patrimonio la palazzina, posta accanto all’ospedale che allora accoglieva gli anziani soli e bisognosi. L’opera Pia fu affidata, come amministrazione, alla Congregazione di Carità e, con decreto del 1968, prenderà il nome di casa di riposo. Il tenore Beniamino Gigli nel ventennio pose mano alla ristrutturazione della casa di riposo dandole poi il nome della sua mamma Ester.
A metà degli anni ’70 la sede fu spostata in via XX settembre dove prima c’erano le suore, l’asilo e il collegio delle educande. Quindi come mai la palazzina, attualmente adibita ad amministrazione dell’ospedale e a sede del servizio di fisioterapia, che faceva parte dell’Opera Pia Mendicità e Cronici è stata assorbita dalla Regione Marche? La legge Mariotti parlava che solo “i beni istituzionalmente legati all’attività sanitaria “passassero allo Stato e quindi alla regione. Invece la Regione s’è presa anche una struttura che non ospitava attività sanitarie ma che era adibita a funzioni socio assistenziali.
Per Beccacece si è quindi perpetrata una forzatura interpretativa della legge Mariotti, ancora una volta a discapito di Recanati e dei tanti benefattori che permisero la realizzazione di quell’opera. “Dov’è finito, si domanda ancora Beccacece, l’archivio storico dell’Opera Pia Santa Lucia e il famoso quadro attribuito al Pomarancio?”
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