Negli anni passati abbiamo più volte ragionato su ipotesi di fusioni, anche di tipo strategico, con altre consorelle Bcc dei territori limitrofi.
L’obiettivo era quello di ampliare il nostro raggio di azione in territori nuovi e di rafforzare la presenza del credito cooperativo locale insieme ad altre consorelle.
Riflessioni di questo tipo sono state fatte più volte anche con la Bcc di Recanati ma i dati dell’Istituto recanatese, malgrado l’ottimo lavoro di risanamento svolto dal Presidente uscente Niccoli, stando ai dati dalla stessa pubblicati, non sono in linea con quelli della nostra banca.
In questo senso anche i dati dell’Ufficio Studi di Mediobanca e pubblicati da “Il Sole 24 ore” (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-03-24/quelle-114-banche-che-hanno-sofferenze-e-incagli-che-superano-capitale–201607.shtml?uuid=AE6qY5s) e da “L’Espresso” (http://espresso.repubblica.it/affari/2017/04/18/news/quanto-e-sicura-la-tua-banca-la-classifica-su-377-piccoli-e-medi-istituti-italiani-1.299763).
Questi ultimi fotografano lo stato di salute di 377 Banche italiane di piccola entità e di queste solo 130 hanno ottenuto il semaforo verde, mentre per quanto riguarda la nostra regione Marche, delle 19 Bcc solo Civitanova ed altre tre hanno ottenuto il via libera.
Nonostante tutto, ci siamo resi comunque disponibili a ragionare sulla possibilità di fusione con Recanati, a condizione di poter usufruire del Fondo temporaneo delle Bcc, sfruttato da molte altre Bcc fuori regione (per le quali entrambe abbiamo dovuto contribuire) e previsto dalla Legge di riforma del credito cooperativo.
Ma la Bcc di Recanati non solo non intende accedere al Fondo temporaneo, che potrebbe portare risorse al nostro territorio già martoriato per le note vicende di altre banche, ma ha anche effettuato la scelta di aderire al Gruppo Bancario Cooperativo guidato da Iccrea, mentre noi abbiamo aderito a quello di Cassa Centrale Banca. Se avessero anche loro aderito a CCB il dialogo, per ovvi motivi, non solo sarebbe proseguito proficuamente ma la soluzione, con ogni probabilità, sarebbe stata trovata anche in assenza di intervento del Fondo temporaneo.
Il Presidente Sandro Palombini
e il CdA della BCC di Civitanova Marche e Montecosaro
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