Nell’anno 2008 la Regione Marche con legge regionale n. 5 ha approvato il riordino delle IPAB lasciando alla Regione stessa il controllo degli atti (art. 20).
Il Comune di Loreto possedeva una ex IPAB, successivamente trasformata in Fondazione, tra le più grandi d’ Italia avendo un patrimonio stimato pari a circa 200 milioni di euro in beni mobili ed immobili tra cui: proprietà terriere, proprietà immobiliari, campeggi, ristoranti ecc. (patrimonio appartenente alla comunità loretana come sancito dallo Statuto originario della stessa). Essa era nata da un accordo internazionale tra lo Stato Italiano e lo Stato Vaticano e che nell’anno 1929 con i Patti Lateranensi (Concordato tra Stato Italiano e Santa Sede) si mise fine al dissidio esistente da oltre 80 anni per cui le Basiliche di Padova, Assisi e Loreto venivano cedute alla Santa Sede, mentre i beni di carattere meramente laico vennero trasmesse, nel caso che ci riguarda, alle Opere Laiche Lauretane dopo che due commissioni appositamente costituite operarono la scelta per stabilire le opere meramente laiche (assistenza farmaceutica, assistenza ospedaliera, mantenimento dell’acquedotto cittadino, ricovero dei fanciulli abbandonati, assistenza agli anziani, distribuzione dei pasti agli indigenti e istruzione pubblica ai giovani indigenti).
Da ciò in data 23 agosto 1935, con regio decreto n. 2119 venne istituita l’istituzione Opere Laiche Lauretane ripartendo l’intero patrimonio in ragione del 58% alla Santa Sede e il 42% alle Opere Laiche (proprietà terriera per un valore di 11.435.053 lire e una superficie terriera pari a 1.528,57 ettari di cui 107 terreni: 57 nella provincia di Ancona e 55 nella provincia di Macerata comprensivo di innumerevoli case coloniche) – proprietà urbana (ospedale, acquedotto, sorgenti dell’Aspio e relativo complesso termale).
Nell’anno 2009 il Consiglio Comunale di Loreto ha approvato, con il nostro dissenso, l’atto (deliberazione del Consiglio Comunale n. 93 del 03/07/2009) con il quale l’Ente Opere Laiche diventa di fatto Fondazione di diritto privato al di fuori del controllo dello stesso Comune (in pratica una impresa privata a tutti gli effetti) che invece, in modo contradditorio, continua a nominare, come previsto dallo Statuto stesso dell’Ente gli Amministratori della Fondazione e non tenendo conto delle prescrizioni in essa contenute e cioè:
– Rigoroso rispetto delle finalità statutarie;
– Parere vincolante del Comune di Loreto per qualunque futura modifica dello Statuto della nuova persona giuridica;
– Divieto di ingresso di privati nella nuova persona giuridica;
– Durata del mandato degli organi del nuovo Ente rapportata alla durata del Consiglio Comunale di Loreto;
– Possibilità di rielezione degli organi solo per un ulteriore mandato;
– Contenimento delle indennità dei componenti degli organi.
Tale dissenso derivava da una nostra diversa visione politica del problema, ma anche venuti a conoscenza delle incertezze palesate sia dall’Autorità di Vigilanza di Roma, sia dall’Osservatorio regionale sugli appalti pubblici
Stante questa situazione, il sottoscritto, essendo stato eletto nelle elezioni amministrative
dell’anno 2011 nella qualità di Consigliere Comunale per la lista civica Ambiente Partecipazione Solidarietà (APS), ha iniziato il proprio lavoro istituzionale.
Con decreto n. 6 del 30/06/2011 il Sindaco Niccoletti ha nominato il sottoscritto componente del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Opere Laiche.
Dopo più di un anno di inascoltati richiami rivolti sia al Sindaco che al Presidente la Fondazione, il sottoscritto con nota presa in carico dal Gabinetto dell’allora Presidente in data 02/02/2013 e con successiva raccomandata A/R del 19/01/2015 ha presentato un esposto alla Regione Marche, competente per legge alla vigilanza, denunciando come l’Ente Opere Laiche praticava attività di supporto ai compiti istituzionali del Comune e facendo presente la pessima gestione finanziaria che vedeva la perdita di un milione di euro sia nell’anno 2010, 2011 e 2012 come documentato dalla stessa Fondazione..
Tali situazioni venivano segnalate sia ai competenti esponenti politici come l’Assessore Viventi e al capogruppo del PD Dott. Busilacchi, che al Responsabile dell’Ufficio di Vigilanza della Regione Marche Avv. Costanzi.
Nessuna risposta venne dagli esponenti politici attenzionati, mentre l’Ufficio di Vigilanza della Regione Marche in data 30/01/2015 Prot. N. 0066802 evidenziava una: “GESTIONE POCO EFFICIENTE, MA LA FONDAZIONE HA PRESENTATO UN PIANO DI RISANAMENTO VALUTATO POSITIVAMENTE CHE SARA’ CURA DELLA SCRIVENTE STRUTTURA CHE SIA CONDOTTO A COMPIMENTO”
Passato tutto questo periodo la Fondazione Opere Laiche ha chiuso il Bilancio dell’anno 2015 ancora con un deficit di 800 mila euro e il Bilancio dell’anno 2016 con un deficit di circa 536.000,00 euro.
Sarebbe questo il piano di risanamento della Fondazione?
Si chiede pertanto che le autorità competenti vogliano predisporre le opportune indagini e valutare eventuali condotte censurabili o se sussistano elementi di responsabilità a carico di qualsivoglia soggetto e affinchè vengano prese tutte le misure previste dalla legge al fine di far cessare questa continua ed ingente dispersione di risorse.
Tale richiesta trova ancor di più il suo fondamento e la sua giustificazione soprattutto in questo momento dove la crisi economica incide pesantemente sulle fasce più deboli della cittadinanza.
Desideriamo sapere inoltre se esistono azioni penalmente rilevanti nei confronti di Amministratori incapaci di amministrare e di uffici incapaci di vigilare.
A disposizione per eventuali chiarimenti, porge distinti saluti.
Loreto, 024/05/2017
Per Ambiente Partecipazione Solidarietà
(Emidio Spina)
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