Ha portato fortuna il numero 13 a tre giovani recanatesi che trent’anni fa, proprio la mattina del 13 giugno del 1987, alzavano per la prima volta la serranda della loro attività. Si tratta di Franco Affede che in via Cesare Battisti gestisce l’orologeria “La Clessidra” vendendo e riparando orologi, e dei fratelli, Luca e Giovanni Mengarelli, che al numero 13 di via Falleroni gestiscono, sempre da quel lontano 13 giugno 1987, un bar che non poteva non chiamarsi “Bar 13”. Per tutti loro oggi sarà un giorno di festa che Affede trascorrerà con la sua famiglia (moglie e due figli), concedendosi una breve gita, mentre Luca e Giovanni lo festeggeranno offrendo ai clienti una cena-buffet, qualche bollicina di spumante e tanta musica. “Sarebbe bello, ci dice Luca, che potessero venire anche i clienti di una volta, magari quelli che oggi non escono più di casa o hanno cambiato le loro abitudini. Noi aspettiamo tutti.” Per Franco Affede si è trattato di continuare un’attività già svolta da una persona della sua famiglia: a quel lavoro ci si era appassionato già da bambino e durante le vacanze scolastiche confessa che già più volte aveva iniziato a “fare danni” in quella botteguccia e da lì quella passione si è trasformata in un lavoro che qualche volta non lo ha fatto dormire di notte ma che oggi gli da tante soddisfazioni. “Avevo 21 anni quando ho iniziato questa bella avventura con tanta emozione e paura. Ho iniziato con 15 orologi in negozio e mi ricordo ancora la prima vendita: un paio di anni fa ho rivisto quella mia prima cliente che indossava ancora il mio orologio che gli ho venduto il giorno dell’apertura. E’ dura stare sul mercato e da allora ad oggi sono stati tanti e veloci i cambiamenti. Un tempo le persone per i loro acquisti si basavano molte sulle mode del momento mentre oggi è subentrato il fattore economico che prevale sulla scelta.” Anche Luca e Giovanni Megarelli hanno dovuto adeguare nel tempo la loro attività. “ All’inizio il bar viveva con le colazioni e la sera con l’amaro mentre ora si è aggiunta l’esigenza di garantire la pausa pranzo e così ci siamo attrezzati con la cucina. Prima era più facile perché bastava aprire e si lavorava, mentre oggi ti devi inventare ogni volta qualcosa di nuovo perché la concorrenza è tanta. Oggi avere un’attività e tirarla avanti è molto duro: le spese sono tante, le tasse sono alte e i guadagni si sono notevolmente ridotti.” Anche per loro si è sentita la chiusura di tanti negozi del centro storico, “come il minimarket che ci ha penalizzato perché comunque portava un bel giro di gente al centro che, magari dopo la spesa, veniva a prendere il caffè.”
;