Dei commenti che hanno fatto seguito al mio articoletto sulla tragica fine dei due giovani italiani nell’incendio di Londra,questa volta mi trovo contento per l’apertura di un confronto sui contenuti,che ho sempre auspicato con poca fortuna,che,se continuasse,valorizzerebbe questa ospitalissima emittente,forse la sola fonte a Recanati per un dibattito pubblico.
Dibattito pubblico quanto mai necessario in questo periodo tanto confuso,come normalmente avviene nelle transizioni.
Mi spiace solo,e pure tantissimo,che questa occasione positiva scaturisca dalla dolorosissima prematura scomparsa di due giovani pieni di voglia di vivere.
Provo a sviluppare,se possibile,il dibattito che si è aperto rispondendo ai vari commenti che,mi sembra,hanno avuto come punto di riferimento centrale la questione del modello di sviluppo che oggi viene proposto e praticato a livello planetario,cioè non solo italiano.
Scontato che il sopravvento della logica economica che ci ha coinvolto tutti,incentrata sul profitto,a danno di quella politica,incentrata sui problemi della possibile convivenza tra gli uomini,debba riportare in primo piano la questione del modello di sviluppo.
A far tempo dal secondo dopoguerra il modello di sviluppo condizionato dalla politica,dirigista,socialdemocratica,comunista,anche per il miraggio poco prudente della crescita senza fine,ha registrato diversi inconvenienti,onde la rivalutazione,con Reagan e la Thatcher,del liberismo,di natura squisitamente economica,da non confondere assolutamente con il liberalismo.
Il liberismo,finalizzato esclusivamente al profitto,è una tecnica,e,come tale,si snaturerebbe se si facesse carico di problemi morali,al massimo può far finta.
Infatti non se li pone,lo riconosceva lo stesso Einaudi,e ricorre allo specchietto per allodole del miglioramento del processo economico come mezzo per diffondere benessere per tutti.
Solo che,ed ecco la turlupinatura,viene giudicato benessere per tutti il lavoro saltuario ed i salari di fame per tanti,lauti guadagni per pochi,giustificati magari con il merito.
Nella stessa Inghiltrerra l’ultima consultazione elettorale di qualche giorno addietro ha visto il laburista Corbyn,decisamente dirigista in economia,sfiorare la vittoria sui conservatori.
All’economia deve essere riattribuito un significativo tasso sociale e ciò significa riassegnare un ruolo pregnante alla politica che,indubbiamente,deve avere occhio lungo,sensibilità accentuata,vero spirito di servizio e,qui in Italia,piena disponibilità ad emendarsi da tanti,troppi,vistosi difetti.
Da ultimo,una risposta a Stelvio.
Mai ho potuto apprezzare pienamente il PD dove primeggiavano esponenti che dicevano che mai sarebbero morti socialisti,donde un profilo ai miei occhi incerto di questo partito,ma l’alternativa per me era l’astensionismo,che giudico un colpo al cuore al sistema democratico,al quale non mi sento di rinunciare,nonostante tutto,se non altro per rispetto di chi ha combattuto nella Resistenza che aveva nell’animo quell’ideale.
Gianni Bonfili.
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