GRAZIE, HO CAPITO, TOLGO IL DISTURBO.

Domenica il segretario del PD se ne è uscito con una nota la cui lettura ha suscitato non poche perplessità. Era una miscellanea di informazioni, ringraziamenti, precisazioni, prese di distanza, esortazioni e finanche appelli al bene comune.

C’era poi una parte, giudicata, dai più, meno nobile, se non addirittura etichettata come gossip, che faceva intravedere possibili frantumazioni della granitica maggioranza consiliare, come se si trattasse di un comune sfaldamento dell’asfalto. Una maggioranza compatta nel voto ma con timidi segnali di cellule pensanti, viste come ostacolo al mantenimento di una serenità necessaria per l’operatività della giunta. Operatività, alla luce di quanto saputo, da intendersi come “un fare ed un disfare”, a seconda delle reazioni delle affezionate clientele.

Oggi finalmente, e non bisogna essere dei politologi per accorgersene, si scopre quale fosse il vero oggetto della lettera PD: era il GOSSIP. GOSSIP che conteneva un messaggio subliminale indirizzato a chi, nella propria onestà intellettuale, ritiene che la collegialità non sia una entità astratta ma sia innanzi tutto un modo di essere e di comportarsi coinvolgente e non escludente.

Sono bastati solo quattro giorni e chi doveva capire ha capito ed ha chiuso la porta dietro di sè. Lo ha fatto con signorilità politica, dimettendosi anche dal consiglio comunale. Gesto nobile che di per sé , però, non vorremmo nascondesse anche la errata convinzione che, in questa città, non ci siano più gli spazi per una civile e leale competizione democratica.

Significativa la frase, contenuta nella lettera di dimissioni, con la quale il bidimissionario mette in evidenza il vero motivo della crisi che alberga all’interno di Palazzo Volpini e che paralizza tutta la città.  Una constatazione ed una presa d’atto di una confusione di ruoli che viene dall’interno del Palazzo e che, fin dall’inizio della consiliatura, era stato evidenziato. Non possiamo che prenderne atto senza alcun compiacimento. Ma in democrazia c’è spazio anche per chi orgogliosamente ritiene che “i miei difetti sono le mie virtù”, per cui limitiamoci a prendere atto che questa giunta può contare, oltre che su di una stampa fiancheggiatrice,  anche su di un partito fiancheggiatore. Triste epilogo di un’epoca!

Gioacchino Di Martino

Porto Recanati, 21 luglio 2017

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