di Nikla Cingolani
Grande partecipazione e successo ha riscosso il concerto di musica sacra tenuto ieri sera nella cattedrale di San Flaviano dal soprano Astrea Amaduzzi accompagnata all’organo dal maestro Mattia Peli. Il concerto dal titolo "CAPOLAVORI DEL BELCANTO NELLA MUSICA SACRA", ha voluto ricordare Beniamino Gigli e la figlia Rina, scomparsa a Recanati proprio nel mese di agosto del 2000, riproponendo un repertorio di grande impatto con lo stesso organo che accompagnava Beniamino Gigli quando da bimbo imparò a cantare e fu ammesso alla Schola Cantorum sotto la guida del Maestro Quirino Lazzarini, organista. "Dall'età di sei anni crebbi all'ombra della Cattedrale (…); è stata essa a formarmi, ad insegnarmi e a procurarmi le prime occasioni". Ecco la testimonianza di Gigli stesso ed ecco perché si è ritenuto doveroso un omaggio straordinario qui al Duomo. Da “canarino del campanile” a big internazionale, Gigli fu il padre di Rina, eccellente soprano che seguì ostinatamente le orme del padre. Debuttò nel 1943 al Teatro Regio di Parma come Violetta ne La traviata, accanto al padre. “Padre e figlia in quel momento, sul palco del temutissimo ed esigente teatro, si trovarono amanti” ha affermato il regista e fotografo Gianfranco Lelj parlando al pubblico di un suo ricordo quando la incontrò in una festa e lei, in un momento di sconforto, gli confidò tutta la sua tristezza. Rifiutò di essere fotografata e lui, rispettoso del suo stato d’animo, non la ritrasse. A tracciare i passaggi salienti della biografia è il nipote Luigi Vincenzoni il quale ha ricordato la figura artistica e umana di Rina. Dopo aver cantato nei maggiori teatri del mondo, ha continuato a lavorare fino al 1971. Molti i riconoscimenti ottenuti: nominata cavaliere della Repubblica del Portogallo, aveva ottenuto il premio Adele Ristori, il diploma della Croce rossa giapponese e nel 1998 l'allora presidente della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, l'aveva nominata Cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica.
Una splendida serata, con Pierluca Trucchia in veste di presentatore, all’insegna dell’ottima musica con un programma particolare, rivolto anche agli autori marchigiani illustri quali Pergolesi, Rossini e Persiani, che ha alternato cantabili a pagine virtuosistiche con agilità vocali eccezionali come è tradizione per un autentico "belcanto italiano" di cui Gigli fu maestro indiscusso. Applausi e consensi per la Amaduzzi durante l’interpretazione della cavatina di Abigaille dall'omonimo oratorio di Giuseppe Persiani, riscoperto grazie alle ricerche musicologiche di Paolo Santarelli. Dopo 191 anni si è potuta finalmente riascoltare. Infine un sorprendente bis con un canto gregoriano, eseguito sulla cantoria dove Beniamino Gugli e Luigi Vincenzoni hanno lasciato le loro firme.
Il concerto è stato reso possibile grazie alla Diocesi di Macerata, organizzato dal Centro Internazionale di Studi per il Belcanto Italiano ® "Beniamino e Rina Gigli" e dall'Associazione "Beniamino Gigli" di Recanati, con il sostegno della Fondazione Mercadante e dell'Associazione "Incontri d'Opera".
PROGRAMMA – PRIMA PARTE
C. Monteverdi – "Laudate Dominum in Sanctis ejus" (Salmo 150), mottetto a voce sola [SV 287] dalla "Selva morale et spirituale" (1640)
G. B. Pergolesi – Antifona "Salve Regina" in la minore (1736)
I. Salve, Regina (Largo) – II. Ad te clamamus (Allegro – Larghetto) – III. Eia ergo (Andante) – IV. O clemens, o pia (Largo)
G. Fr. Handel – Pifa (Pastoral Symphony), dall'oratorio "Messiah" (1741)
G. Rossini – "O salutaris hostia" dalla "Petite messe solennelle" (1863)
G. Rossini – "Laudamus te", dalla "Messa di gloria" (1820)
SECONDA PARTE
G. Verdi – "La vergine degli angeli", da "La forza del destino" (1862) – Omaggio a Rina Gigli
S. Mercadante – "Salve Maria" (1865) – Omaggio a Beniamino Gigli
G. Puccini – "Salve Regina" (1883)
G. Persiani – Cavatina di Abigaille "Oh stoltezza! Oh sommo errore!" (rec.), "Ah! Consiglio, o sommo Dio!" (aria), "Ma qual fiamma, qual mai raggio" (Cabaletta), dall'oratorio "Abigaille" (1826) – Omaggio a Giuseppe Persiani
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