Sono 5 i componenti del cda, (altri 5 fra effetti e supplenti i componenti del collegio sindacale), che gestiscono l’Acquedotto del Nera, società partecipata da ben 22 amministrazioni locali, distribuite fra provincia di Macerata e quella di Ancona, che si occupa di provvedere alla costruzione, manutenzione e esercizio delle opere necessarie all’approvvigionamento idrico dei Comuni azionisti con captazione e prelevamento dell’acqua dalle sorgenti del Nera e da altre sorgenti del territorio.
Un compito importante e sicuramente difficile svolto però – e questo è il dato anomalo – da soli 3 dipendenti da premiare sicuramente come stakanovisti e da prendere come esempio positivo contro le facili battute nei confronti dei dipendenti pubblici. Dieci amministratori per 3 dipendenti: forse, però, qualcosa non va e l’altra sera, durante la seduta del Consiglio Comunale di Recanati, comune azionista con il 10,08% della quota di capitale, è stata sottolineata, sia dai banchi della maggioranza che da quelli della minoranza, la necessità di dare una sforbiciata al numero degli amministratori.
E’ stato lo stesso vice sindaco Bravi a proporre che il cda dell’Ente sia composto al massimo da tre amministratori, uno rappresentante degli enti locali azionisti della provincia di Macerata e l’altro di quella di Ancona venendo così anche incontro allo spirito della legge che prevede che i componenti del cda non debba almeno superare il numero dei dipendenti, imponendo ai Comuni la revisione di tutte le società partecipate e il mantenimento solo di quelle effettivamente essenziali.
Oggi l’Ente è presieduto da Roberto Marincioni coadiuvato da Paolo Giacomucci, vice presidente, e dai consiglieri Gabriele Garofolo, Giovanni Fiacconi e Marco Aquilanti mentre il collegio sindacale è composto da Stefano Quarchioni, (Presidente), Benedetto Perroni e Alberto Agnesi (Sindaci effettivi). La sezione “amministrazione trasparente” della società è ancora in fase di aggiornamento e gli ultimi dati conosciuti per quanto riguarda i compensi stabiliti risalgono al 2012 quando si era deciso che il presidente del cda avrebbe percepito annualmente come indennità la somma di 22.400 euro e i consiglieri 10.500 ognuno.
Insomma si sono accorti che l’anomalia di troppi amministratori per solo tre dipendenti andava alla fine corretta. Operazione non facile, perché le cose si trascinano da anni senza che si sia mai posto rimedio.
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