Confessiamolo. Tutti sapevamo della doppia vita di Reccia

Si, confessiamolo. Lo sapevamo tutti chi era Andrea Reccia. Lo sapevamo che era dedito al traffico di droga sin dal 2014 quando si è affacciato sulla scena della vita politica recanatese sotto la bandiera di Forza Italia. Lo sapeva Silvio Berlusconi che ha fatto finta di nulla non informando i suoi luogotenenti locali. Lo sapevano persino il Vescovo e il parroco di Chiarino dove il geometra Reccia vive da anni insieme alla sua famiglia, ma hanno continuato ad impartirgli la comunione, per non allarmare la popolazione locale. Detto poi fra noi lo sapevano anche i carabinieri, il procuratore capo e la guardia di finanza ,  ma hanno aspettato tre anni per far scattare la fatidica ora x per incastrarlo. Lo sapevano poi anche gli addetti all’informazione che hanno realizzato servizi sulla campagna elettorale ultima, non rivelando la vera doppia vita di Reccia, per non  alterare l’esito delle votazioni. Lo sapevano quelli della sinistra e il Pd che però hanno ritenuto di tenere la bocca chiusa per non usare un argomento delicato e difficile da sbandierare come superiorità morale nei confronti dell’avversario politico, considerando in cui versa, in fatto di integrità e onestà, il paese Italia. Non si sa mai.  Insomma di “San Pietro” che per ben tre volte ha rinnegato il suo maestro Gesù ce ne sono tanti. Ma almeno Pietro si è poi pentito e ha scelto di essere crocefisso in testa giù. Questi invece pretendono di salire in cattedra per richiamare tutti alle proprie responsabilità, invitandoli a fare il mea culpa per non avere riconosciuto in questa persona la sua vera identità e pericolosità sociale. Ma attenzione quest’uomo deve essere ancora processato, oppure per voi il processo anche se non si fa è la stessa cosa, intanto si sa che è colpevole? Ma fateci il piacere…

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