Insieme per la salvaguardia dei servizi sanitari del territorio: nasce il Comitato Intercomunale

L’obiettivo è comune: la salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini e su questo si sono trovati concordi a condividere la battaglia nei confro0nti della Regione e di una legislazione che penalizza fortemente i territori. Intorno ad un tavolo l’altra sera si sono così incontrati il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, il vice sindaco di Cingoli, Luigi Ippoliti, il portavoce del comitato di San Severino, l’avvocato Marco Massei, e quello del comitato recanatese, Marco Buccetti e hanno dato vita ad un “Comitato intercomunale” per non andare più avanti in ordine sparso e con rivendicazioni localistiche.

Dietro di loro tanti cittadini, il territorio conta oltre 60 mila abitanti, che hanno sempre risposto con entusiasmo quando sono stati invitati a scendere in piazza e marciare contro i tagli attuati negli ospedali cosiddetti di comunità.

Si parte dall’emergenza della salvaguardia dei Punto di Primo Intervento quale prima ed efficace risposta alle situazioni di emergenza: non è possibile pensare ad un loro taglio e sottodimensionamento o, ancor peggio, alla loro trasformazione in semplici punti di prima accoglienza dove smistare i pazienti nei vari pronto soccorso della Provincia (Macerata e Civitanova) o, nei casi più gravi, a Torrette con inevitabili intasamenti e situazioni di caos. Oggi poco importa dove sarà collocato il nuovo ospedale unico di là da venire,  tentativo per togliere servizi con la promessa di darne altri migliori e più efficienti in futuro.

Il comitato intercomunale non sarà neppure sordo e cieco rispetto alle altre problematiche della provincia, dalla scuola ai trasporti e ai problemi del terremoto. Massima allerta, quindi, e collegamenti in rete fra queste quattro realtà pronte nei prossimi giorni a chiedere un incontro al Presidente della Giunta regionale e a coinvolgere tutti i consiglieri. Il territorio maceratese, è stato convenuto da tutti, deve farsi sentire e non accettare più di essere trascurato, sacrificato e privato delle risorse necessarie perché qualcuno ha deciso, per motivi politici, di dirottarle altrove. 

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