E’ questa la democrazia?

Da qualche giorno sono iniziati i lavori nella nostra piazza (tunnel di servizio, fogna, ecc).
Cerco di far bene il mio lavoro e quindi passo più volte al giorno nel cantiere. Ogni volta mi tornano in mente Aldo, Giovanni e Giacomo nello sketch dei tre pensionati che passano il giorno a “supervisionare” il cantiere (vi invito a rivederlo).
Questa sera, tra i pensieri, mi tornano in mente i risultati dell’elezione in Sicilia, i commenti, le riflessioni degli “esperti”.
Hanno votato 2.179.474 elettori sugli oltre 4,6 milioni di aventi diritto, cioè il 46%
Il vincitore si aggiudica la presidenza con il 40% dei voti (767.000 voti).
Significa che quella Regione sarà governata da una coalizione scelta dal 16% degli aventi diritto. In altre parole, quella coalizione non è stata scelta da 3.833.000 cittadini, ma solo da 767.000. Però, per le regole della democrazia, governerà 4.600.000 cittadini siciliani.
Non mi interessa il colore della coalizione vincente, probabilmente la migliore, sono però perplesso: è questa la democrazia?
Non mi lascio prendere dall’analisi delle colpe e dei colpevoli, però continuo a chiedermi se questa è democrazia.
Sono cresciuto nella convinzione che la democrazia è qualcosa di grande, nobile, da difendere. Per essa sono morti milioni di persone in tutto il mondo. Per essa si continua a morire. Ma la nostra democrazia rappresenta ancora quel valore alto e nobile?
Boh?!
Intanto sto nel cantiere dove operai e tecnici in mia presenza non imprecano, anche se vorrebbero, perché sotto il selciato stanno trovando di tutto, ma soprattutto, l’impensabile. Anche la gente comune che passa resta interdetta nel vedere che sotto il selciato c’era un bel solaio armato, e più sotto, terra e materiale di riporto fradici d’acqua. Il solaio ne impediva la vista. Forse tra un po’ di tempo qualche cittadino ne avrebbe colti gli effetti sulla propria abitazione. Ma quel solaio e quei lavori risalgono a pochi anni fa: come è possibile?
Nel frattempo si è fatto buio e fa anche fresco. Allora non mi dilungo sulle colpe e sui colpevoli, ma rifletto sulla democrazia e su quel fango. Siccome è anche ora di cena, concludo i miei pensieri dicendomi: fai al meglio il tuo lavoro, pensa al bene dei tuoi concittadini e fai in modo di poterli sempre guardare negli occhi. Per un “politico” di campagna tanto basta.

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