Obiettivo conquistare la vetta dell’Aconcagua, la più alta montagna del Sud America, dove issare a 7000 metri di altezza il vessillo del comune di Montecavallo, simbolo della tragedia del terremoto che ha colpito le Marche un anno fa. La spedizione composta da due recanatesi, Roberto Pellegrini e Marco Capodacqua, e dal veneto Giovanni d’Armellina, partirà martedì prossimo con lo scopo di raccogliere fondi con la vendita del libro e del filmato sulla loro avventura a favore del comune di Montecavallo. Alla conferenza stampa di questa mattina erano presenti anche il sindaco del piccolo comune maceratese, Pietro Cecoli, e il presidente della provincia, Antonio Pettinari. “La data indicativa è il 29 gennaio, che poi è giorno del mio 53esimo compleanno, ha detto Roberto Pellegrini, ma tutto dipenderà dalle condizioni meteorologhe”. I tre coraggiosi, sono sicuri di farcela, tanto che hanno rinunciato a portarsi con loro le bombolette di ossigeno e hanno scelto di portarsi dietro, sulle spalle, tutto il peso della zaino di circa 23 kg rinunciando ai portatori “perché, ha detto D’Armellina, tutto ha un costo e quello che risparmiamo è qualcosa in più che possiamo donare al comune di Montecavallo”. Pettinari ha esaltato il loro coraggio testimoniando con la sua presenza alla conferenza stampa la “gratitudine di tutta la comunità provinciale”. Sino a 4000 metri di altezza, cioè “sino a Campo Mulas, ha detto Marco Capodacqua, non nuovo ad imprese simili avendo, fra l’altro, percorso la mitica Parigi-Dakar, saremo ancora in contatto con il resto del mondo, poi da quella quota sino alla cima saremmo completamente isolati, impossibilitati a comunicare. Saprete nostre notizie quando discenderemo”. Un modo di tenere tutti con il fiato sospeso.
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