La guerra nel PD preoccupa Giaconi

Ad una settimana dalla fine della campagna elettorale con poche idee, tante promesse e troppa violenza nelle piazze, assistiamo ad un calvario anche nella nostra città che ormai da un anno paralizza ogni decisione ed ogni possibile soluzione ai tanti problemi dei recanatesi.

La guerra interna al partito democratico, prima tenuta nelle segrete stanze, poi esplosa in consiglio comunale con la mancanza ripetuta del numero legale ed infine sbandierata sui giornali ha un unico tragico effetto sulla città della “poca poesia”, quello di aggravare i problemi irrisolti e, naturalmente, a rimetterci sono sempre i recanatesi.

E’ evidente che ci sia una guerra di potere, una corsa ad accaparrarsi le prossime poltrone, tra i soloni del partito che sta mettendo in ginocchio tutta la città: il centro storico deserto e con pochi eroici commercianti che sfidano solitari la crisi, i quartieri periferici senza interventi e risposte, il silenzio assordante sulle crisi aziendali che coinvolgono molti recanatesi, nessuna idea condivisa per una nuova scuola di cui parlano da ben nove anni, ammucchiando progetti e consulenze retribuite, ma lasciando alunni ed insegnanti sui vecchi ed inadeguati contenitori, i servizi sanitari ormai lontani da Recanati senza nuovi investimenti in assistenza alle persone anziane ed alle fasce deboli.

Siamo seriamente preoccupati perché, leggendo i giornali, sembra che la resa dei conti interna alla maggioranza sia rimandata a “tempi peggiori”, cioè dopo le elezioni del 4 marzo, quando qualche dirigente nazionale del partito dirà a tutti di fare i buoni, magari cambiando qualche assessore o trovando qualche gratificazione politica per i più cattivelli e riottosi al potere costituito.

Il 2018 meritava di essere l’anno di rilancio post-sisma, quello dell’apertura a nuove progettualità grazie ai fondi che stanno arrivando nelle Marche ed a Recanati, quello dell’inclusione di chi vuole il bene della città per stimolare nuove idee e nuove strade di crescita, invece sta diventando l’anno della resa dei conti tra vecchi amici di partito che non si erano mai voluti troppo bene e che, ora è palese a tutti, non vogliono un briciolo di bene a Recanati.

Ridurre il ruolo di amministratori ad uno circo tra opposte fazioni è preoccupante per la città ed indica quale sia il valore di chi si rende protagonista di simili comportamenti: Recanati non lo merita e, soprattutto, non può aspettare chi ha abbandonato i problemi di tutti per risolvere l’unico problema che li assilla, chi sarà il prossimo sindaco.

;

Lascia un commento