Ancora in attesa di decisioni i 119 dipendenti della Teuco

A che punto è la Teuco di Montelupone? Anzi a che punto si sopportazione sono i 119 dipendenti della un tempo prestigiosa azienda di arredo bagno che sono dal primo gennaio scorso senza alcun ammortizzatore sociale perché la cassa integrazione è scaduta il 31 dicembre del 2017? L’accordo, come si ricorderà, del rinnovo per altri sei mesi della cassa integrazione, cioè sino al 30 giugno prossimo, era stato firmato a metà febbraio a Roma fra Ministero del Lavoro, la direzione della Teuco, la  Regione Marche e i rappresentanti sindacali. Ma il Governo ancora non ha firmato il decreto, forse in attesa che il Tribunale di Macerata si pronunci sull’accoglimento o meno della richiesta di concordato in bianco presentato dall’azienda il 14 dicembre scorso.

Riprende, quindi, la mobilitazione dei lavoratori e per giovedì prossimo è stata indetta da parte dei una conferenza stampa davanti i cancelli della fabbrica per annunciare clamorose iniziative che i lavoratori vogliono avviare sperando che si arrivi presto a qualche decisione. “Ci sono famiglie di lavoratori, ci dice Vincenzo D’Alessandro della Cgil, che non hanno neppure la possibilità di appoggiarsi a parenti e che devono provvedere per proprio conto per poter mangiare e pagare le bollette. Mercoledì c’è stata un’ulteriore udienza al tribunale di Macerata con la proprietà della Teuco e non sappiamo ancora qual è il risultato. Non riesco a capire, aggiunge il sindacalista della Cgil, cosa deve fare un lavoratore che da luglio non entra in azienda e quindi non lavora. Dal 14 dicembre, giorno della richiesta del concordato in bianco, non hanno prodotto neppure un lavandino, cioè niente, quindi cosa si aspetta per avere una decisone? Cosa deve fare un lavoratore per essere tutelato?”

Se, nella migliore delle ipotesi, il Tribunale nelle prossime ore dovesse accogliere la richiesta di concordato e il governo firmasse il decreto per la concessione di ulteriori sei mesi di cassa, il pagamento, comunque, di questa non è immediato ma dovranno passare parecchie altre settimane. Se, invece, l’azienda dovesse essere dichiarata fallita dal Tribunale verrebbero riconosciuti tre mesi di cassa integrazione da parte dell’Inps, precedenti alla data di fallimento. Ma sia per l’una che per l’altra ipotesi è tempo che le decisioni vengano prese.

;

Lascia un commento