Obiettivo di fondo è mettere al centro del dibattito le persone e le loro esperienze reali della sanità maceratese, puntare la lente sui loro bisogni di salute e sull’adeguatezza delle risposte che essi ottengono dal servizio sanitario del territorio.
Rischiamo sempre di più che la sanità nell’Area Vasta 3 resti schiacciata tra una Giunta regionale che si ostina a procedere nel governo del sistema sanitario delle Marche all’insegna della massima opacità e autoreferenzialità e un dibattito pubblico locale monopolizzato dalla discussione surreale sulla localizzazione dell’Ospedale Unico. Nel frattempo il confronto con la Direzione dell’Area Vasta 3 è del tutto assente ormai da tempo (l’ultimo incontro con le OO.SS. confederali risale a gennaio 2017), nella totale omissione dei dati e delle informazioni necessarie per comprendere lo stato di programmazione e gestione del sistema sanitario nel territorio.
Per questo pensiamo sia essenziale ancora una volta ripartire dai cittadini e dar loro voce.
Stiamo conducendo un’indagine tra i nostri iscritti rispetto ad alcuni aspetti essenziali del sistema sanitario nel territorio che incidono in modo significativo sulla qualità del servizio salute e stanno emergendo molte conferme rispetto ai nostri principali timori.
Ad esempio, del medico di medicina generale ci si fida, ma quanto basta. Spesso si ricorre direttamente allo specialista nel privato. Sulla rete dell’emergenza-urgenza non c’è stata una vera informazione dell’utenza, che continua a rivolgersi ai Punti di Primo Intervento e ai PAT con la convinzione di accedere a un Pronto Soccorso e al contempo non muta il sovraccarico di codici verdi nei Pronti Soccorso ospedalieri. Sul governo dei tempi di attesa, in molti casi sembra di essere rimasti all’anno zero, dal momento che l’utenza spesso non è consapevole dell’inserimento o meno da parte del medico curante del codice di priorità nella ricetta medica. E il risultato è che in troppi casi di fronte a tempi di attesa troppi lunghi si rinuncia alla visita o alla prestazione.
Nella giornata di oggi di fronte agli ospedali abbiamo raccolto voci, testimonianze, storie e denunce. In tanti ci hanno detto che i reparti si reggono solo grazie alla dedizione di personale medico, infermieristico e ausiliario che per dare risposte va ben oltre l’orario di lavoro; lo stesso personale medico ci ha raccontato le contraddizioni di una riforma rimasta a metà, con gli ospedali sempre più concentrati sulle acuzie e un sistema di cure intermedie nei piccoli ospedali che ancora stenta a partire con il risultato che i pazienti che necessiterebbero della lungodegenza rischiano di rimanere senza adeguata presa in carico. Anche racconti di buona sanità, sempre legati alla qualità del personale, ma tanti anche le rassegnazioni o il disagio di chi resta schiacciato nel sistema.
Macerata, 13 aprile 2018
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