"Sono 62 i miliardi di euro che gravano sulle nostre teste per i soli interessi derivanti da un debito pubblico di oltre 2.300 miliardi di euro. Un fardello che pesa anche in una fase di tassi ai minimi storici come questa. Qui c'è da fare una considerazione. Quando i singoli titoli di Stato giungono a scadenza, e quindi al loro rimborso, se non si ha liquidità sufficiente si deve ricorrere al rinnovo del debito emettendo un nuovo titolo, con relativo interesse. Ma se il debitore non è abbastanza affidabile, per i troppi impegni rispetto alle sue potenzialità economiche, l'investitore si astiene dalla sottoscrizione e si dirige verso altri, in questo caso Stati, più solidi. Ecco allora che per tornare a respirare occorre alzare la posta. Dunque offrire al mercato un tasso più generoso che, come effetto indesiderato, incide negativamente sui nostri conti e quindi sugli interessi passivi. Da ciò ha origine lo spread tra i nostri BTP e quelli tedeschi. A questo punto interviene la BCE che, non lasciando indisturbata la libertà di mercato ma acquistando subito i titoli di Stato italiani, ferma lo spread. Mi chiedo: come fronteggeremo le libere dinamiche di mercato se sbattiamo la porta in faccia alla UE ed alla BCE? E’ nostro compito, come PD, toccare questi tasti e farne capire l’importanza per recuperare il terreno perduto. Sono temi basilari disattesi dai partiti vincenti contrari, in primis alle istituzioni, di conseguenza all'integrazione europea e favorevoli all'ulteriore indebitamento pubblico. Infine mi rifaccio all'ex Ministro dello sviluppo economico Calenda che evidenzia il bisogno di creare un fronte civile di resistenza a questo progetto mobilitando il Paese. "
;