Il cinghiale sta espandendo ed incrementando la propria consistenza numerica, grazie ad un elevatissimo potenziale riproduttivo; in media da 4 a 7 piccoli per figliata.
Si aggiunga che in condizioni particolari, le femmine giovani possono partecipare alla riproduzione, pertanto con tasso medio d' incremento annuo della popolazione pari al 90 – 180 %.
Tale potenziale riproduttivo permette alla specie di superare inverni particolarmente rigidi o estate siccitose.
L' abbandono di aree ad agricoltura e l' aumento della copertura forestale, permette altresì un forte incremento del cinghiale; lo stesso è dato dall' abbondanza di ghiande e faggiole che incidono sui pesi corporei e di conseguenza sui tassi riproduttivi.
La maggiore fruttificazione permette alle femmine di essere più nutrite e quindi avranno una riproduttività maggiore.
Inverni più corti e meno rigidi permettono una sopravvivenza maggiore di piccoli.
L' aumento del cinghiale ha un impatto pesante sull' agricoltura e sulla biodiversità, in particolare sulla predazione dei nidiacei; spesso è causa di incidenti stradali.
E' bene sottolineare che la Legge Nazionale 157/92 prevede che l' attività venatoria per la specie cinghiale, può essere consentita dal 1 Ottobre al 31 Dicembre o dal 1 Novembre al 31 Gennaio; in questo contesto, in ogni provincia a seconda della morfologia del territorio ed altre specificità è prevista la data di apertura.
E' impensabile una gestione del cinghiale senza un corretto prelievo venatorio da parte dei cacciatori di cinghiale nella forma della braccata, girata o di selezione.
E' bene ricordare, se qualcuno l' ha dimenticato, che tutti i cinghiali che vengono abbattuti devono essere sottoposti a visita sanitaria obbligatoria al fine di evitare eventuali rischi sanitari.
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