Maggioranza di nuovo in fibrillazione. Il consigliere del Pd, Franco Frapiccini, ha inviato al presidente del Consiglio Massimiliano Grufi e ad Alessandro Biagiola, presidente della commissione bilancio, finanze, personale, la richiesta del rinvio di due punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di domani giovedì 29 novembre. Nello specifico si chiede che siano cancellati dall’ordine del giorno l’approvazione del documento unico di programmazione (dup), aggiornato, riguardante il periodo 2019/2021 e il punto relativo all’approvazione del bilancio di previsione finanziario 2019/202. Frapiccini annuncia che la richiesta sarà sottoscritta da altri consiglieri di maggioranza “che condivideranno la presente successivamente alla sua presentazione”. Si tratta di Gianluca Castagnari, Andrea Marinelli che è anche segretario cittadino del Pd e di Gianfilippo Simoni. Scontata anche la adesione del presidente della Commissione, Alessandro Biagiola. Nella lettera del consigliere Frapiccini, si legge che questa proposta di rinvio dei due punti all’ordine del giorno del consiglio già convocato, servirebbe per dare modo “ai consiglieri di avere più tempo per i necessari approfondimenti dei dettagli di entrata e di spesa”. In altre parole questi due temi meritano sempre a detta dei richiedenti una discussione a parte da svolgere “in una seduta del Consiglio esclusivamente ad esso dedicata. Sarebbe l’occasione per una riflessione su tutto quanto e stato fatto e su come tale lavoro può essere continuato”. In definitiva non può essere relegato ad ore notturne in maniera frettolosa e stanca un tema così delicato come uno strumento di programmazione dell’attività amministrativa della città. Ciò “non comprometterebbe affatto, si aggiunge nella richiesta, il normale programmato funzionamento dell'Ente”. Fuori da un linguaggio politichese, è evidente che ancora una volta come è avvenuto più di una anno fa sulla vicenda della scuola Gigli, alcuni consiglieri di maggioranza manifestano malumori sul modo di procedere dell’attività amministrativa della giunta Fiordomo senza un preventivo accordo con tutti gli eletti del Pd e con il suo partito.
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