Il bilancio statale è passato al vaglio della UE con un deficit del 2.04%,a metà tra l’1,4 % richiesto ed il 2,4% proposto.
Ciò, risultato di faticosissime trattative, ha consentito di evitare la dolorosa procedura di infrazione ai vincoli di bilancio previsti dagli accordi comunitari.
La Commissione ha accordato una deroga ai vincoli previsti dietro la tesi del nostro Governo che con l’impianto di bilancio progettato la nostra economia, in maggiori difficoltà rispetto agli altri Paesi comunitari, andrà a registrare un buon rilancio, tale da giustificare il deficit presente.
L’accordo con la UE prevede, però, come clausola di salvaguardia, nel caso la previsione di miglioramento sostenuta dal nostro Governo non si verificasse, un forte aumento dell’Iva nel 2020 e 2021,che arriverebbe al 26 %.
L’Iva perché tassa meno soggetta ad evasione rispetto a molte altre e perché colpisce tutta la massa dei consumatori, venendo scaricata sui prezzi di vendita.
Alla luce di tutto questo non troverei tanti motivi per le autocelebrazioni di rito, ma nemmeno troppe spinte a distruggere, anche se certamente, come penso, sarebbe stato molto meglio analizzare e razionalizzare la spesa pubblica allargata, che è un colabrodo, anziché ricorrere al debito, secondo una vecchia e spesso nefasta abitudine della politica italiana, invogliata dalla via più facile, che, appunto, è il debito.
Tale modo di procedere non avrebbe comportato la necessità di sfondare i limiti contemplati negli accordi comunitari.
Per il bene nostro mi auguro che la previsione governativa non venga smentita dai fatti.
Gianni Bonfili
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