“Il sonno della ragione genera mostri” è un tema ricorrente nell’arte e nella letteratura: dall’acquaforte di Francisco Goya allo splendido dipinto di Renato Guttuso conservato a Bagheria, fino a filosofi come Hannah Arendt o Jean Paul Sartre che hanno scritto sul tema.
Recanati, da sempre culla di pensatori e di intellettuali, non è esente da questa temperie culturale: solo il sonno della ragione poteva infatti guidare il partito di maggioranza relativa (assoluta) nelle scelte dell’ultimo periodo.
Ma come si fa !!! Abbiamo avuto per dieci anni un’amministrazione che ha cambiato il volto della città, trasformandola dal profondo, ammodernandola, rendendola appetibile e vivace: dal “deserto dei tartari” siamo passati a una nuova primavera, fatta di strutture riaperte, di servizi funzionali, di cultura diffusa, di turismo ritrovato, il tutto razionalizzando la spesa. Un lavoro immane e duraturo riconosciuto da tutta la cittadinanza. E il PD che fa? Invece di sostenerla a spada tratta e fino in fondo per incassarne i dividendi elettorali nella prossima tornata amministrativa, come ha saputo fare in Ancona confermandosi proprio nel giorno della più grossa sconfitta del dopoguerra, la mette in discussione, sfiora la crisi, paventa mozioni di sfiducia, adombra (e pratica, purtroppo…) accordi con l’opposizione, e infine la pone sotto tutela negli ultimi mesi del mandato approvando con l’opposizione un vero e proprio manifesto programmatico di fine mandato, in sé degnissimo nei contenuti, ma completamente fuori dalla logica.
Le decisioni di un Consiglio Comunale, specie in una piccola città come Recanati, sono spesso trasversali, l’opposizione condivide spesso singoli atti e su altre questioni è possibile che ci siano distinzioni interne alla maggioranza: nulla di strano, è sempre accaduto. Ma il voto sul Bilancio di Previsione è un’altra cosa! Come si fa a non sapere che la “sessione di bilancio” è la verifica annuale di una amministrazione, il provvedimento principe che distingue maggioranza e minoranza, delimitando il perimetro della prima ed esaltando il ruolo di controllo della seconda? Come si fa, proprio su questo provvedimento, a scomporre la compagine che ha governato così bene, a detta di tutti, a ipotizzare nuove alleanze, a prefigurare nuovi equilibri? E come si fa a farlo a pochi mesi dalle elezioni, dando fiato ad una minoranza asfittica e in difficoltà da dieci anni?
Due sono le possibilità: o lo si è fatto consapevolmente, per percorrere una strada diversa che giustifichi una candidatura “di novità”; oppure (“absit iniuria verbis”) si tratta di vero e proprio analfabetismo politico – amministrativo.
La nostra lista ha sostenuto convintamente l’amministrazione Fiordomo fin dall’inizio: pur senza avvantaggiarsene dal punto di vista elettorale (gli “altri” sono stati più bravi di noi a racimolare voti), ne ha rappresentato l’anima, il cuore e la testa pensante; non abbiamo mai preteso posti di rilievo nelle partecipate o negli enti periferici (queste pratiche le abbiamo lasciate agli “altri”), ma abbiamo espresso per dieci anni il Vicesindaco e Assessore al Bilancio.
In questi anni, grazie ad un paziente e costante lavoro quotidiano, è stato risanato un bilancio che era sull’orlo della bancarotta, si sono restituiti al Comune capacità di spesa e di investimento, sono state risolte vecchie partite che pesavano come macigni sulla rigidità dei conti.
Questo è stato il nostro contributo e questo ci interessa: il bene di Recanati. Non parteciperemo quindi al “massacro” interno al Partito Democratico. Se ci sarà la possibilità di portare avanti questa esperienza, introducendo un elemento di chiarezza tra chi la sostiene veramente e chi la sopporta “obtorto collo”, lo faremo volentieri. E’ una verifica che condurremo nelle prossime settimane.
Se non sarà possibile, ce ne torneremo da dove siamo venuti, come Cincinnato, perché nessuno di noi coltiva interessi personali stringenti che non siano il bene di Recanati.
Abbiamo comunque una certezza: questa continuità non potrà essere rappresentata da chi ha messo in discussione così palesemente e profondamente il lavoro di dieci anni.
SINISTRA UNITA RECANATI
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