Erano le 18.00 di domenica scorsa quando gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Macerata e della Polizia Ferroviaria di Fabriano, all’interno dei locali della stazione ferroviaria di Fabriano, hanno intercettato O.O.S. 33 anni di origini nigeriane sul quale pendeva un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Macerata nell’ambito dell’operazione ISHAN coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata. L’uomo che ha tentato di sfuggire alla cattura è stato immediatamente inseguito e preso dagli agenti che hanno proceduto al suo arresto. Successivamente il giovane è stato ristretto presso il carcere di Montacuto.
Si tratta dell’11 arresto effettuato a fronte delle quindici ordinanze di cattura emesse dal Tribunale di Macerata, mancano quindi ancora all’appello ancora quattro soggetti tuttora latitanti per i quali sono attive le ricerche da parte della Polizia di Stato sia in ambito nazionale che internazionale.
L’arresto di domenica scorsa, com’è noto si inquadra nell’ambito dell’operazione denominata ISHAN che ha portato all’emissione di 15 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili della cessione di 1250 cessioni di eroina.
La Polizia di Stato di Macerata infatti , nell’ambito dell’attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, a partire dagli inizi di Marzo, all’indomani dei gravi fatti di sangue verificatisi con l’omicidio di Pamela Mastropietro e la tentata strage ad opera di Luca TRAINI ha avviato un’articolata indagine all’esito della quale sono state deferite all’Autorità giudiziaria trentatre persone e sono state emesse quindici misure cautelari personali di cui tredici custodie cautelari in carcere e due divieti di dimora.
In particolare si tratta di una complessa attività di indagine della Squadra Mobile, coordinata dal Procuratore Capo Giovanni GIORGIO, che si inserisce in un più ampio contesto investigativo e che ha consentito di ottenere già lo scorso 19 Luglio cinque provvedimenti cautelari restrittivi.
Le indagini, particolarmente articolate, sono state realizzate con lo strumento delle intercettazioni telefoniche, l’impiego di strumentazione tecnica altamente sofisticata, presidi tecnologici di ripresa e di localizzazione, appostamenti, pedinamenti e personale sotto-copertura che, in forza della normativa esistente, in varie occasioni, ha acquistato sostanza stupefacente dagli spacciatori.
L’attività di indagine ha permesso, quindi, di accertare una fiorente attività di spaccio gestita da cittadini extracomunitari di origine africana, la maggior parte di nazionalità nigeriana i quali, in numerosissimi luoghi della provincia, cedevano sostanza stupefacente del tipo eroina.
I luoghi in cui i soggetti cedevano la sostanza stupefacente insistono nel comune di Treia e la sua frazione Passo di Treia nonché in numerose zone del centro cittadino come i Giardini Diaz, Parco Fontescodella, via Pace, via Roma ma soprattutto nei pressi di due istituti scolastici di questo centro: Scuola Enrico Fermi e Istituto Galilei, luoghi frequentati anche da minori che, in varie occasioni, erano loro stessi gli acquirenti della sostanza stupefacente.
Il contesto operativo si presentava da subito difficile per gli investigatori ma le tecniche di indagine adottate hanno consentito di documentare in modo inoppugnabile la rete di spaccio mediante l’utilizzo di strumentazione tecnica all’avanguardia come telecamere ad altissima risoluzione installate nei luoghi attenzionati.
L’indagine è stata condotta procedendo con l’escussione di circa cinquanta persone, con l’analisi del traffico telefonico di circa quaranta utenze, con accertamenti che hanno così permesso di accertare circa 1250 cessioni nella Provincia in tutte le ore della giornata e con clientela assai variegata.
Si trattava di un “commercio di sostanze stupefacenti al minuto” cedute anche a minorenni ed a “basso costo”.
All’esito dell’attività sono state emesse dal G.I.P. Domenico POTETTI quindici ordinanze cautelari personali di cui tredici concernenti la custodia cautelare in carcere e due divieti di dimora.
I destinatari delle quindici ordinanze di custodia cautelare sono in maggioranza nigeriani, regolari sul territorio nazionale con permessi di soggiorno per richiesta di asilo e motivi umanitari.
;