ACCESSO ALLE CASE POPOLARI LA REGIONE FA DIETRO FRONT: BASTA L’AUTOCERTIFICAZIONE ANCHE PER GLI STRANIERI. ELENA LEONARDI (FDI): DISCRIMINAZIONI AL CONTRARIO

Sui criteri relativi al diritto soggettivo per l'accesso alle case dell'edilizia residenziale pubblica la Regione getta la maschera – esordisce così la capogruppo di Fratelli d'Italia Elena Leonardi. "Dopo aver propagandato una approvazione di legge che pone limiti temporali relativi alla residenza nel comune in cui si chiede la casa, e per i quali la sottoscritta è pienamente d'accordo, ora nell'applicazione della norma regionale, con Delibera di Giunta si cambiano le carte in tavola sui requisiti per l'accesso".

La Giunta Regionale difatti – prosegue la rappresentante del partito della Meloni – con un atto del 4 marzo mette nero su bianco il fatto che per dimostrare i requisiti per l'accesso alle case popolari basta l'ISEE; per il patrimonio immobiliare eventualmente posseduto si afferma che il sistema di controlli oggi "è particolarmente incisivo e prevede scambi di informazioni e verifiche incrociate tra Inps ed Agenzia delle Entrate oltre che dalla Guardia di Finanza".

Eppure lo stesso Consiglio delle Autonomie Locali aveva "avvertito" la competente commissione, dando delle prescrizioni che non sono state rispettate: una di queste era proprio di aggiungere il concetto di criteri più rigorosi riguardanti la documentazione da produrre in sede di domanda di alloggi popolari.

"Io stessa – prosegue Leonardi – presentai degli emendamenti specifici volti a definire univocamente il fatto che per avere il diritto alla casa popolare, i cittadini extracomunitari dovevano produrre un certificato dell'Ambasciata attestante il possesso o meno di beni immobili all'estero, emendamenti che la sinistra che governa le Marche ha puntualmente bocciato".

Il problema è che La Giunta Regionale a maggioranza Pd quindi – continua Leonardi – fa finta di dimenticare che i controlli di Inps ed Agenzia Entrate valgono solo per il territorio nazionale; pertanto un cittadino extracomunitario – spesso sono proprio questi ultimi i maggiori beneficiari di alloggi popolari – potrebbe avere ville e terreni all'estero vedersi comunque assegnata la casa popolare in Italia.

Dopo la situazione tragica dei terremotati, della sanità pubblica marchigiana contestata anche dai maggiori sindacati italiani, ora anche questa "discriminazione al contrario"? La capogruppo Leonardi invita la maggioranza regionale ad un ripensamento e alla modifica della delibera medesima: "lo avevo ribadito anche nell'Aula del Consiglio Regionale – afferma Leonardi – in questo periodo di crisi la richiesta di una casa è una questione cruciale; occorre che la sinistra regionale torni indietro e inserisca la certificazione da parte di Ambasciate e Consolati sui beni posseduti all'estero da parte degli extracomunitari".

Andrebbero previste delle deroghe soltanto in quei casi – conclude la Leonardi – in cui fossero proprio le Ambasciate a dichiarare l'impossibiità di fornire tali certificazioni perchè in quella nazione è in atto un conflitto o ci sono altri gravi ed eccezionali avvenimenti o, ancora, non esiste un catasto immobiliare.
 

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