Un atto per sollecitare il contrasto della mafia nigeriana quello presentato dalla capogruppo regionale Elena Leonardi, di Fratelli d'Italia, approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale.
Sono ormai diverse le regioni colpite da questa piaga che si sta pericolosamente diffondendo e che spesso funge da manovalanza per le mafie nostrane o sta autonomamente occupando intere piazze dello spaccio e della prostituzione. – ha affermato in Aula la Leonardi. La denuncia viene dalla stessa Direzione Investigativa Antimafia, che nelle sue ultime relazioni cita proprio le Marche e anche il caso specifico della povera Pamela a Macerata, come luoghi e fatti legati a questa potente e pericolosa nuova forma di criminalità.
La Leonardi ha ricordato che quella nigeriana è una delle mafie fra le più attive nel traffico di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione, reati che spesso vedono alla loro base delitti altrettanto gravi come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitù: ricordo, prosegue la rappresentante del partito della Meloni, la denuncia e le indagini addirittura dell'FBI americano che ha sollevato il caso del traffico di organi umani legato alle attività della mafia nigeriana a Castelvolturno.
Riti tribali e vodoo sono apparsi ora anche nelle cronache locali, sappiamo che sono alcuni degli strumenti utilizzati per assoggettare col terrore queste persone, questa nuova agghiacciante scoperta sommata ad altri gravi fatti avvenuti sul nostro territorio sono segnali che anche nella nostra regione la politica deve porre la propria attenzione al fenomeno, combattendolo con tutti i mezzi.
Lo stillicidio quotidiano di arresti di trafficanti, pusher, corrieri, spacciatori e sequestri di sostanze come si afferma sugli organi di informazione, evidenzia come le Marche siano un terreno di conquista – prosegue Leonardi – per gli ingenti traffici di stupefacenti nei quali spesso vengono investititi proventi che derivano dallo sfruttamento della prostituzione.
Nel suo atto la Leonardi ha ricordato in Aula anche il caso del funerale di Emanuel Chidi Namdi, il profugo morto nella rissa di Fermo del 5 luglio 2016, nel quale sembra siano intervenuti membri della setta Black Axe, la medesima pericolosa setta citata dalla Direzione Investigativa Antimafia – “questi soggetti erano perfettamente riconoscibili, afferma una informativa delle Forze dell'Ordine, perché tutti indossanti abiti dal colore rosso e nero al fine, verosimile, di rendergli manifestamente onore”.
La capogruppo di Fratelli d'Italia condivide il pensiero di diversi studiosi che affermano il fatto che per lungo tempo nelle Marche si è sottovalutato il fenomeno della presenza stabile e sempre più radicata delle organizzazioni di matrice mafiosa italiane e straniere: le Marche sono anche uno dei terreni privilegiati di reinvestimento speculativo dei proventi delle attività delittuose, specie nei settori delle infrastrutture, dell'edilizia, della grande distribuzione, della ristorazione e del turismo alberghiero.
Nella mozione della Leonardi, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, si chiede alla Giunta Regionale di attivarsi presso il Governo Nazionale al fine di assumere iniziative urgenti, anche di normative specifiche, per potenziare le attività di indagine e contrasto efficace sul territorio marchigiano della mafia nigeriana. Al contempo si chiede un impegno da trasmettere al Governo Italiano al fine di specializzare le Procure Antimafia con uffici ad hoc per il contrasto della feroce e violenta mafia nigeriana.
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