Viaggiare sul bus senza biglietto, oltre che non essere rispettoso nei confronti degli altri utenti, non è mai conveniente. E Atma non è in alcun modo disposta a chiudere un occhio di fronte a questi comportamenti. Tanto da impugnare una sentenza del Giudice di Pace che aveva accordato a una giovane passeggera, pizzicata più volte senza biglietto, il pagamento in forma ridotta delle sanzioni accumulate. Il Tribunale di Ancona ha riconosciuto le ragioni del ricorso di Atma e condannato la ragazza a pagare il massimo del previsto: ben 1.264 euro più le spese legali.
“Per ragioni di principio ma anche per rispetto di tutti quei cittadini che pagano regolarmente il titolo di viaggio, sia esso biglietto occasionale o abbonamento – commenta il presidente di Atma, Muzio Papaveri – abbiamo deciso di fare ricorso e il Tribunale ci ha dato ragione. Ci stiamo impegnando a fondo per combattere l’evasione e speriamo che anche questa storia possa fungere da deterrente”.
Una vicenda che andava avanti da tempo. La giovane, tra 2016 e 2017, era stata multata per ben 5 volte. Ammende mai pagate per le quali Atma era stata costretta a ricorrere a un’ingiunzione. La ragazza, a quel punto, era ricorsa al Giudice di Pace che, a giugno 2018, aveva ridotto l’importo al minimo di 50 euro a multa (anziché il massimo di 250 euro previsto se il pagamento non viene effettuato entro i 60 giorni e in caso di comportamenti recidivi nello stesso anno solare). Il verdetto di primo grado è stato ribaltato nei giorni scorsi dal Tribunale di Ancona che ha riconosciuto in pieno le ragioni di Atma parlando, si legge nella sentenza, di “decisione erronea” del Giudice di Pace, il quale non ha considerato che l’azienda, nel calcolo dell’ammenda, si è attenuta alla legge regionale che disciplina le sanzioni in materia di trasporto pubblico locale.
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