Dalla riscoperta della Storia possono venire i riferimenti indispensabili per la rinascita delle comunità lacerate dal terremoto. Parte da questa convinzione la serie di incontri organizzati dai Cantieri Mobili di Storia, un progetto promosso dall’Istituto Storico di Macerata, dal Centro Studi Acli Marche e dalla Respro (Rete di storici per i paesaggi della produzione) e giunto al suo terzo anno di attività. Quest’anno il progetto ha per titolo “è tempo di Appennino” e si pone l’obiettivo di “riannodare i fili del tempo”, raccogliendo “storie e racconti per immaginare un futuro”.
Come ha spiegato Paolo Coppari a nome dell’Istituto Storico di Macerata, nel 2020 sono previste undici tappe che si terranno nei principali centri dell’area colpita dal sisma del 2016: da Camerino ad Arquata del Tronto. Al centro di ogni tappa viene posto un tema tratto dal libro di Augusto Ciuffetti Appennino. Economie, culture e spazi sociali dal medioevo all’età contemporanea, edito da Carocci nel 2019. Nell’incontro svoltosi a Recanati l’11 gennaio 2020, promosso anche da due associazioni locali (“E quindi il monte: rete solidale dalla costa per la montagna” e “Altraeco”), si è parlato di “Uomini, animali e paesaggi dell’Appennino” insieme alle moltissime persone che hanno partecipato al dibattito.
Nel suo intervento introduttivo il prof. Augusto Ciuffetti, docente di Storia economica alla Facoltà di Economia di Ancona, ha analizzato da vari punti di vista il tema al centro dell’incontro, sottolineando un dato: il paesaggio dell’Appennino, frutto dell’azione plurisecolare di uomini e animali, è stato ed è ancora oggi un modello di equilibrio ambientale e sociale.
Dopo l’intervento del designer Abele Malpiedi, che ha spiegato il significato dell’orologio concettuale scelto come logo del ciclo di incontri, i temi affrontati da Ciuffetti sono stati discussi da tre “compagni di viaggio”: lo storico (e coordinatore del Centro Studi Acli Marche) Marco Moroni, il biologo dell’Appennino Alessandro Rossetti e lo zoologo (e presidente del WWF delle Marche) Jacopo Angelini.
Il dibattito, come sempre avviene negli incontri dei Cantieri Mobili di Storia, è tornato sui temi dell’oggi: dalla necessità di governare con efficienza e lungimiranza i processi innescati dal terremoto agli inaccettabili ritardi della ricostruzione. Concludendo l’incontro, Ciuffetti ha ribadito l’idea che domina e innerva queste iniziative: in virtù della sua storia plurisecolare, l’Appennino deve trasformarsi in una sorta di laboratorio dove sperimentare nuovi modelli sociali ed economici sostenibili, da estendere agli altri territori ma capaci anche di guidare la ricostruzione.
Cantieri Mobili di Storia – 13 gennaio 2020
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