Presidio davanti ai cancelli del S.Lucia

C’era pure lui, Daniele Massaccesi, assessore alla sanità e ai servizi sociali del comune leopardiano, ieri mattina davanti ai cancelli dell’ospedale S.Lucia a reggere lo striscione di protesta contro la chiusura del Dipartimento materno infantile. “Sto, ha detto parlando con il megafono,  insieme alla gente che giustamente protesta contro una decisone che non condivide. Io, in questo momento, sono particolarmente triste e ho un risentimento politico nei confronti del direttore della nostra Area Vasta, Bordoni, di quello che lo ha preceduto, Marini, e del direttore della Asur regionale, Ciccarelli, che non hanno compreso quanto sia importante mantenere sul territorio i servizi sanitari che garantiscono sicurezza. Se il loro obiettivo è centralizzare ed investire tutte le risorse su tre o quattro poli ospedali, sbagliano perché ignorano che il 97% delle patologie riguardano tutti noi. Quindi non hanno capito che la centralizzazione non risolve i problemi sanitari, con l’aggiunta di aumentare i costi sociali (perdita di giornate lavorative, spese per il viaggio per i familiari del malato, soggiorni fuori di casa). Con la perdita del materno-infantile abbiamo perso una  dignità che la nostra struttura ha sempre garantito.”

Il presidio, organizzato da Enzo Marangoni, consigliere regionale, e da Simone Lambertucci, consigliere comunale delle due liste civiche cittadine (Fit e Lega per le Marche), si anima della presenza anche di molti esponenti del Comitato Spontaneo a difesa del S.Lucia. Marangoni se la prende con “gli scandalosi stipendi dei manager regionali, gli unici che dovrebbero essere tagliati e non i costi dei piccoli ma preziosi ospedali come quello di Recanati.” Edelwais Pellegrini del Comitato ha denunciato, ancora una volta, la predazione di 5 miliardi e 580 milioni di vecchie lire che la Regione ha incassato dalla vendita dei terreni del patrimonio fondiario dell’Ospedale Santa Lucia. Si susseguono altri interventi come quelli di Antonio Baleani e Nicoletta Marzioli. Si sono avvicinati ai manifestanti anche i genitori dei bambini che sono nati in questi giorni a Recanati giusto in tempo prima che le porte delle corsie di ostetricia e pediatria si chiudessero dietro le loro spalle.

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