Anche a Recanti si fanno sentire gli “Indignatos” che hanno colto l’occasione della presenza in città per il 25 Aprile del Presidente della Repubblica (in visita privata a Casa Leopardi), per trasmettere tutta la esasperazione e rabbia di cittadini oppressi dalle tasse, dalla burocratica, dagli sprechi e dalla corruzione. L’idea di far giungere al Capo dello Stato, una lettera aperta, era partita da Maria Magi conduttrice radiofonica della nostra emittente. Nel corso dei fili diretti con gli ascoltatori è emerso il profondo stato di preoccupazione dei cittadini di fronte ai pesanti sacrifici cui sono chiamati ad affrontare a causa della crisi economica del Paese. La lettera è stata sottoscritta in poche ore da oltre 200 cittadini in rappresentanza di tutti i ceti sociali, senza connotazioni partitiche e in modo trasversale. Fra i firmatari si leggono i nomi di Affricani Giulio, Agostinelli Francesca, Bertini Franco, Braconi Luca, Carlorosi Stefano, Carnevali Carlo, Gironella Stelvio, Interlenghi Luciana, Lambertucci Simone, Lorenzetti Patrizia, Maggini Mauro, Malizia Monica, Marangoni Enzo, Ottaviani Roberto, Pettorino Massimo, Piccinini Roberto, Serafini Renzo, Silvestroni Sandra, Trucchia Pierluca, Tubaldi Asterio, Zaccari Pina. La lettera è un appello accorato a Giorgio Napolitano perché si adoperi a dire “basta agli eccessivi ed immotivati costi della politica, sia a livello nazionale, regionale e locale; alle troppe ed esagerate tasse che ci stanno strangolando; all’oppressione burocratica, gli sprechi, la corruzione, i privilegi (è sconcertante come le Fondazioni Bancarie siano esentate dal pagamento dell’Imu quando questa tassa iniqua grava pesantemente sulle famiglie e sulle Case di Riposo.” Basta inoltre dicono i firmatari a “riforme che colpiscono solo le piccole e medie imprese, gli artigiani, i lavoratori e non aiutano i disoccupati e i lavoratori esodati, al continuo impoverimento dei territori che, come il nostro, hanno visto in questi giorni la chiusura del dipartimento materno-infantile dell’ospedale Santa Lucia di Recanati. Anche dall’ermo colle, Sig. Presidente, Lei si renderà sicuramente conto che resta poco di quello che, con orgoglio, noi identificavamo come “modello economico marchigiano”.