Un’importante indagine di polizia economica e finanziaria è stata conclusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno che, attraverso la dipendente Compagnia di San Benedetto del Tronto (AP), ha individuato un’ulteriore consistente frode fiscale perpetrata da una locale imprenditrice quarantenne, denunciata all’Autorità Giudiziaria per la violazione all’art. 4 “Dichiarazione infedele” del Decreto Legislativo n. 74/2000, che prevede la reclusione da uno a tre anni.
Per delineare la frode in tutti i suoi peculiari aspetti, le Fiamme Gialle hanno in un primo tempo monitorato una cospicua parte di attività promosse dalla donna attraverso la rete – operante, infatti, nel commercio al dettaglio di prodotti vari via internet – rilevando subito sostanziali differenze tra i volumi d’affari dichiarati al Fisco e quelli, effettivi, emergenti dal complesso delle transazioni analizzate e andate a buon fine, effettuate a mezzo del “commercio elettronico”.
La circostanza ha determinato la necessità di approfondire, nel dettaglio, l’insieme di tutte queste attività commerciali, per le quali i militari, sfruttando anche gli strumenti di cooperazione internazionale, hanno effettuato lo screening di ben 65.000 transazioni elettroniche, comparando poi, per ciascuna di esse, le evidenze dei registri contabili dell’impresa, in riscontro, quindi, della presenza o meno delle previste certificazioni di carattere fiscale.
Attraverso dunque l’esecuzione di due distinte verifiche fiscali, che hanno interessato tutte le transazioni commerciali attuate negli ultimi cinque anni, è stata individuata l’ingente massa impositiva sottratta all’Erario che, nello specifico, è stata quantificata in oltre 1,4 milioni di euro relativamente ai ricavi non dichiarati, 1,4 milioni di euro quale base imponibile sulla quale calcolare l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) e in 570.000 euro di complessive violazioni alla normativa dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).