BCC: a Niccoli risponde Pizzirusso

 Mi vedo costretto a replicare ad affermazioni totalmente inesatte e fuorvianti espresse dal prof. Alberto Niccoli, quale presidente della BCC Recanati e Colmurano, nell’articolo apparso in data 8.05 u.s. sulla stampa e sulla rete internet che sembra allineare, in questa sua esternazione, il CdA, il Collegio Sindacale e la Direzione Generale della BCC. 

Premesso che non c’è alcuna volontà di polemizzare da parte del sottoscritto, ritenendo che la competizione elettorale debba essere serena e leale, non posso però fare a meno di sottolineare che il prof. Niccoli disinforma e non dice la verità se afferma che in più occasioni i vertici della BCC hanno richiesto al sottoscritto dei chiarimenti in riferimento ai rilievi contenuti nella nota di alcuni candidati del 27.04 u.s.; dica e dimostri il prof. Niccoli chi e quando (dal 27.04) avrebbe richiesto detti chiarimenti poiché in tale arco temporale, su tali aspetti, il sottoscritto non ha parlato né con i sindaci né con gli amministratori, né tantomeno con la Direzione Generale della banca.

A proposito di chiarimenti, dato che il prof. Niccoli ha letto la nota di alcuni candidati del 27.04, perché non accetta la richiesta di tenere un confronto, tra tutti i candidati, dinanzi ai soci-dipendenti in modo che venga consentito di illustrare le posizioni di ciascuno e si possa discutere sulle materie oggetto di esame all’assemblea del 26.05 p.v. ?

Il prof. Niccoli accetti, con coraggio e senza bisogno di farsi accompagnare dal direttore della Federazione o dal presidente del collegio sindacale come ha sin qui fatto negli incontri con i soci, di confrontarsi con tutti i candidati che hanno diritto di far conoscere ai soci-dipendenti il proprio pensiero e le proposte: perché rifiutarsi, dando dimostrazione di debolezza ?

Spiace rilevare, altresì, che anziché rispondere alle domande poste il prof. Niccoli replichi con ulteriore domande.

Ma perché non si dimostra che esistevano i presupposti per la sua nomina ad ottobre 2011, dato che non era socio da almeno due anni per essere eletto amministratore, come impone il regolamento assembleare (cfr. art. 19) ? Né può dirsi che tale requisito sia derogabile con l’accertamento dello stato di difficoltà della banca da parte del Fondo di Garanzia: ad ottobre 2011 non vi era alcuna dichiarazione del Fondo che ci risulta emessa solo in data 16.04.2012 ed essa non può certo valere per il passato.

Inoltre la norma assembleare dice che il requisito di anzianità può (non deve) essere derogato solo per i candidati individuati in accordo con il Fondo, accordo che, anche questo, ad ottobre 2011 non c’era.

Quanto alle richieste da egli rivolte, chiaro essendo che si tratta di mere provocazioni elettorali, il prof. Niccoli trascura che nella nota del 27.04 u.s. si diceva che, pur dandosi atto di preferire il canale cooperativo, nulla vieta che la sottoscrizione del prestito obbligazionario possa essere riservata ad altri istituti bancari (o altri investitori istituzionali), se le condizioni poste dal Fondo sono penalizzanti per i soci sino a privarli per 10 anni del diritto di scegliere i propri amministratori e sindaci; nel comunicato dell’8.05 u.s. il prof. Niccoli prende implicitamente atto che sono praticabili soluzioni alternative che, tuttavia, dimostra di non aver perseguito, aspettando (anzi pretendendo) che siano altri a sottoporle al suo esame e che altri si attivino per suo conto, per poi egli dare il suo sovrano giudizio.

Egli dimentica, il rilievo è veramente banale, che il sottoscritto non ha cariche all’interno della banca e che non può certo consegnare, come qualcuno ha detto, autorizzazioni di Banca di Italia non avendo alcun titolo per agire e, dunque, non può certo assumere impegni scritti vincolanti per l’istituto; in ogni caso possiamo assicurare che stiamo compiendo ogni sforzo per trovare soluzioni alternative, subordinate alla nostra elezione, senza sottostare ad alcun ultimatum, ribadendo di essere sicuri che la Federazione Regionale e le altre BCC regionali non si tireranno indietro dall’intervento di sostengo se non fosse approvata la clausola di gradimento.

Quanto al piano di risanamento che il sottoscritto e gli altri candidati (definiti, in modo inopportuno, semplici collaboratori) vorrebbero portare avanti, il prof. Niccoli dimentica che il suo è stato redatto utilizzando risorse e dati della banca di cui gli altri non sono in possesso e, dunque, non è corretto pensare con ciò di mettere in difficoltà i suoi antagonisti elettorali.

Pur privi di sufficienti elementi, possiamo assicurare che prima di parlare di un piano forzatamente alternativo a quello del prof. Niccoli sarebbe opportuno che egli facesse anzitutto conoscere ai soci ed ai dipendenti, in concreto e con coraggio, le linee guida del suo piano di risanamento, se detto piano prevede tagli del personale, riduzioni di stipendio, chiusura di filiali e quali altri tagli dei costi e se prevede ricerca di nuove fonti di ricavi. Sarebbe una importante occasione per dare trasparenza sul futuro della banca ed auspichiamo che l’attuale Presidente, con coraggio, voglia farlo.

Il nostro progetto, da un lato, perseguirà la strada del rigore nel contenimento dei costi, dall’altro lato mirerà alla valorizzazione del personale dipendente, principale risorsa della banca, attraverso progetti di formazione ed ogni altra iniziativa utile ad aumentare la già elevata professionalità, oltre allo sviluppo dell’attività e dei servizi sul territorio, con particolare attenzione ai soci.

Infine, non risulta ancora che nella nostra banca i soci siano dei meri sudditi, che debbano sottostare a termini ed ultimatum perentori, da cui trarre conseguenze di poca serietà ed inaffidabilità, né pare corretto rilevare che chi non si adegua debba essere tacciato di “colpevole ignoranza in punto di fatto ed in diritto” (!!), di illudere i soci o di raccontare bugie solo perché chiede il rispetto delle regole, pone domande e formula rilievi non allineati con il volere del sovrano.

Ma ognuno della democrazia e dello spirito cooperativo ha un proprio personale convincimento ed il prof. Niccoli, forse perché socio solo da pochi mesi nella nostra BCC, ha inequivocabilmente manifestato di  non esserne ancora bene inserito, ponendo la questione sul piano personale e dimenticando che, in fondo, si tratta sempre di una competizione elettorale a cui io e gli altri candidati vogliamo partecipare con serenità, cercando di tutelare i soci, i dipendenti e di fare chiarezza sul futuro del banca.

avv. Gerardo Pizzirusso

 

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