Elezioni amministrative: è l’ora del cambiamento

Due sono i dati evidenti che vengono fuori dalla recente tornata elettorale amministrativa: l’enorme astensionismo e la netta sconfitta del centrodestra. Questi due elementi sono forse collegati tra loro, nel senso che la disaffezione al voto ha colpito maggiormente le forze di centro destra (PdL e Lega Nord) che hanno governato il paese fino a sei mesi fa.

Al di là di questo, però, il fatto che quasi la metà degli elettori abbia disertato le urne nei ballottaggi deve essere interpretato come un preoccupante sintomo di distacco dei cittadini dalle istituzioni, ormai concepite come lontane, assenti, non attente ai reali bisogni e a volte (spesso) anche corrotte. Questo segnale di protesta, che riguarda tutte le forze politiche, non solo quelle più penalizzate, non va sottovalutato affermando, come fanno alcuni dirigenti del centrosinistra, che il fenomeno rientra nella media europea.

Secondo elemento: la liquefazione del centrodestra, nelle sue componenti storiche: il PdL in alcune realtà, anche grandi, non raggiunge neppure il ballottaggio, la Lega Nord esce sconfitta in tutti i ballottaggi e perde comuni che rappresentavano sue roccaforti storiche; una sconfitta che assume connotati epocali.

Se stavolta è assolutamente chiaro chi ha perso, non altrettanto si può dire di chi ha vinto: è vero infatti che il centrosinistra strappa al centrodestra moltissimi comuni, e anche grandi città, ma non riesce ad intercettare quasi nessuno dei consensi in uscita da PdL e Lega Nord; i voti persi da questi due partiti vanno a finire nell’astensionismo, nelle liste civiche o nella protesta di Grillo, fenomeno che non va demonizzato ma analizzato a fondo, per le istanze di trasparenza che pone e per il disagio sociale che riesce a canalizzare. Inoltre, il centrosinistra vince, a volte stravince, solo dove intercetta il bisogno di rinnovamento, offre una prospettiva chiara che va in quella direzione e la incarna in candidati nuovi. Basti pensare a Doria a Genova, o anche a Loria a Porto San Giorgio e Corvatta a Civitanova, per citare esempi più vicini.

Nelle nostre zone, colpisce inoltre la sconfitta del centrosinistra a Jesi e, soprattutto, a Tolentino, città che sarà governata dal centrodestra per la prima volta dopo quarant’anni. Questi insuccessi dimostrano che la scelta di candidati sindaci è determinante, specie nei ballottaggi: a Jesi e Tolentino, la presenza di candidati, di cui l’uno ex assessore regionale e l’altro consigliere regionale in carica, è stata interpretata come segno di arroccamento e di conservazione, come volontà di privilegiare il ceto politico sulla società; è una scelta ormai perdente.

Il voto rappresenta infine una secca sconfitta del Governo Monti: tra i partiti che lo sostengono, solo il PD riesce a tenere i suoi consensi, mentre il centro è spesso irrilevante e il PdL subisce una vera emorragia di consensi. Da questo voto il Governo Monti è minoranza nel paese, in alcuni casi anche molto nettamente. E arrivato quindi, per il centrosinistra, il momento di costruire e presentare al paese una proposta chiara e riconoscibile di cambiamento rispetto al rigore monetario e ai parametri di bilancio; c’è un altro modo di uscire dalla crisi e di salvare l’Italia: se il centrosinistra non lo capisce saranno gli elettori a fare piazza pulita.

 

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’

Comitato Direttivo Recanati

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