Gerardo Pizzirusso ritorna sull’assemblea della BCC

A distanza di oltre una settimana dall’assemblea del 26 maggio u.s., desidero anzitutto ringraziare i numerosissimi soci che nei giorni scorsi hanno manifestato sincera solidarietà per la decisione di ritirare la mia candidatura, condividendo la scelta compiuta e mostrando vivo apprezzamento per i principi affermati.

Tale decisione è maturata proprio a ridosso dell’assemblea, allorquando venerdi 25 maggio è stata resa pubblica la notizia che la Federazione Marchigiana ha espresso il gradimento per la nomina solo a favore della lista di candidati scelti dal CdA, negando al contrario il gradimento a tutti i candidati antagonisti.

E’ fuori dubbio la gravità di tale situazione, poiché non si poteva esprimere alcun gradimento prima che fosse introdotta la relativa clausola nello statuto della banca; invece è successo che prima si è detto chi fosse gradito e poi si è introdotto statutariamente il potere di esprimere il gradimento su quei soggetti e non su altri. In sostanza è come se qualcuno avesse detto: prima ti giudico non gradito e poi introduco la regola che mi permette di giudicarti come soggetto non gradito. Non credo serva aggiungere altre parole, se non ricordare che oltre un mese fa è stato lo stesso prof. Niccoli ad anticipare al sottoscritto il non gradimento dei candidati antagonisti, a dimostrazione di quanto dipenda da valutazioni soggettive (e mi fermo qui) l’espressione del gradimento inserito nello statuto.

Nel ribadire che sia il sottoscritto sia gli altri candidati “non graditi” avevano ed hanno tutti i requisiti di onorabilità e professionalità e che il mancato gradimento è poggiato su criteri oscuri, non esplicitati e, dunque, frutto di esclusiva discrezionalità soggettiva, devo altresì sottolineare che da tale situazione è derivata una grave lesione all’immagine ed alla dignità professionale di tutti i candidati “non graditi”.

Dato che il preventivo non gradimento (a quel momento non previsto da alcuna norma statutaria ed assembleare) avrebbe di fatto influenzato la manifestazione di volontà dei soci, facendo oltremodo divenire ineleggibili i candidati “non graditi” e, dunque, sterile ed inutile per essi la competizione elettorale, in segno di protesta ho deciso di ritirare la candidatura e così hanno fatto anche gli altri candidati con me antagonisti alla lista del CdA. Non è possibile competere con questi metodi e con queste regole per chi crede nella trasparenza e nella correttezza dei comportamenti.

Peraltro, già venerdì 25 maggio u.s. sia il sottoscritto che gli altri candidati avevano ricevuto decine e decine di telefonate di soci che, presa conoscenza dell’anticipata espressione del gradimento, avevano anticipato, per protesta, di non voler partecipare all’assemblea e basta vedere quelli che, sempre per protesta, hanno abbandonato l’assemblea dopo la votazione sulla modifica statutaria.

Mi ha deluso ed amareggiato ascoltare durante il dibattito assembleare che parlare di democrazia in certi momenti non ha senso e che occorre guardare alla sostanza e non alla forma delle cose, come se il fine giustificasse qualsiasi mezzo, anche quello di andare contro le regole, contro le norme statutarie ed assembleari e contro i legittimi diritti dei soci della banca.

Credo, al contrario, che le regole non possono mai essere un peso o un inutile fardello, essendo poste a presidio di un corretto funzionamento della società ed a tutela dei soci, nonché di un trasparente rapporto tra la società ed i soci stessi. Se così non fosse, che senso avrebbe mantenere uno statuto ed un regolamento assembleare ?

Ha altresì costituito motivo di amarezza anche aver ascoltato l’intervento, dal contenuto del tutto inopportuno e fuori luogo, del socio Pasquale Morbidoni, in quanto basato solo a delegittimare i candidati “non graditi” poiché, a suo dire, legati al passato in forza di una serie di elementi valutati del tutto soggettivamente e privi di fondamento (cavalcare questo aspetto è stato, d’altronde, un motivo ricorrente nella fase pre-assembleare per evitare di confrontarsi sui contenuti e sul futuro della banca); un simile intervento è stato fuori luogo anche perchè proviene da chi dimentica che lo scorso anno (e forse non era stata l’unica occasione) aveva chiesto all’ex Presidente Giacomo Regnicolo appoggio per inserirsi nella lista dei sindaci supplenti, ma in Italia, si sa, ciò che fa comodo dire (e tacere su ciò che è scomodo) è un gioco che si usa spesso fare, pur di trascurare come stanno effettivamente le cose.

Infine, spiace anche che sia stata strumentalizzata da qualcuno la manifestazione di interessi della Banca Popolare di Spoleto, indirizzata personalmente al sottoscritto e di cui ho dato atto in assemblea, nella quale si dava atto della disponibilità di questa banca, in caso di mia elezione a Presidente della BCC, a sottoscrivere il prestito obbligazionario subordinato che il nostro istituto avrebbe emesso.

Ho cercato di chiarire e lo faccio ancora che detta manifestazione di interesse, provocatoriamente richiesta dal prof. Niccoli a mezzo stampa nelle scorse settimane, aveva lo scopo di chiarire, da un lato, che in caso di rigetto della modifica statutaria se il Fondo di Garanzia si fosse tirato indietro e le altre BCC marchigiane avessero rifiutato il sostegno (fatto inverosimile) vi era una soluzione alternativa che avrebbe in ogni caso permesso la patrimonializzazione della nostra BCC e, dall’altro lato, che il prestito obbligazionario subordinato poteva e può essere sottoscritto anche da altre banche che non chiedono il gradimento su amministratori e sindaci, né altre garanzie.

Con l’intervento di una qualsiasi banca (ed aggiungo che vi sono tuttora anche fondi italiani interessati a sostenere la nostra banca con le medesime modalità) la BCC sarebbe rimasta sempre autonoma ed indipendente poiché chi sottoscrive il prestito obbligazionario subordinato non diventa socio, ma effettua solo un investimento ovvero, presta denaro che alla scadenza gli deve essere restituito, con la remunerazione degli interessi. Come avviene con l’intervento delle altre BCC e del Fondo.

La fiducia accordata al sottoscritto da altre banche e da fondi per effettuare l’intervento di sostegno è la migliore prova di quanto non sia credibile, per i tempi e per il contesto con cui è avvenuto, il gradimento rifiutato dalla Federazione Marchigiana.

Ciò chiarito e riservata ogni valutazione sull’impugnativa sulla delibera assembleare del 26 maggio u.s., ribadisco che il gruppo che si è formato in occasione di questa competizione elettorale non andrà disperso poiché così lo hanno chiesto tantissimi soci; continueremo a lavorare nell’interesse della banca ed a favore del territorio, fiduciosi che il tempo darà ragione alle nostre idee, al nostro coraggio ed alla nostra volontà di dare un contributo per la crescita della banca: saremo sempre a disposizione di tutti quelli che vorranno collaborare e lavorare per la banca, anche se antagonisti.

Non importa se saremo 100 o 200, poiché non c’è da avere paura o da vergognarsi di quanti si è se si ha a cuore che ciò che contano sono il rispetto per le regole, per la trasparenza e la voglia di lavorare uniti nell’interesse dei soci e di tutti coloro che credono ancora nella nostra banca.

avv. Gerardo Pizzirusso

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