RECANATI. Lettera aperta ai cittadini e ai responsabili regionali e locali della Sanità del dott. Sergio Beccacece.
Di recente,come purtroppo può capitare a chiunque, ho avuto la necessità di dover fare “una rimpatriata”, questa volta come paziente, nell’Ospedale di Recanati.
Desidero esprimere un pubblico ringraziamento a tutto il personale, medico e non, per la competenza e l’umanità dimostrate e per la prontezza sia della diagnosi e sia della cura, in particolare alla equipe del Pronto Soccorso, al dottor Bartolucci e alla equipe radiologica, al dottor Frapiccini e alla equipe medica, al dottor Sacco e alla equipe chirurgica ed anestesiologica.
Esprimo anche forte l’auspicio che il grande patrimonio umano e tecnico ospedaliero non venga ulteriormente disgregato e disperso,come purtroppo è avvenuto per il dipartimento materno infantile e per la cucina, senza alcuna ragione economica dimostrata, e che si riveda prontamente la disciplina riguardante l’accettazione degli acuti che appare assai rigida e burocratica.
Bloccare in modo indiscriminato il ricovero per tutti i malati acuti significa colpire pesantemente i cittadini di Recanati e dintorni,privarli di un servizio essenziale e da sempre garantito, costringere i pazienti ed i loro familiari a migrazioni o “transumanze”forzate e costose.
Sono certo a tal riguardo che la burocrazia, braccio destro e spesso scudo del potere politico,farà tesoro di comportamenti ed errori recenti ed antichi, che non possono essere ripetuti. Ricordo, solo per fare un esempio, la ottusa pretesa della burocrazia borbonica di costringere Giacomo Leopardi, non molto tempo prima della sua morte, a fare il servizio militare nell’esercito napoletano, lui così malandato e per di più suddito dello Stato Pontificio.
Recanati 10/09/12
Sergio Beccacece