RECANATI. La notizia contenuta nella delibera di giunta regionale con la quale si ridisegna la mappa delle reti ospedaliere che potrebbero operare strategicamente insieme, ha scatenato un putiferio politico e la reazione alquanto risentita delle organizzazioni sindacali che minacciano lo sciopero di tutti i lavoratori della sanità.
L’ipotesi contenuta nel documento di cinque aree omogenee che sostituirebbero le attuali aree vaste (una per ogni provincia), piace invece agli operatori sanitari del S.Lucia e a moltissimi recanatesi. Si può dire che c’è stata quasi un’ovazione generale ieri mattina fra i dipendenti del S.Lucia all’idea di staccarsi da Civitanova e Macerata e andare con la nuova zona, Inrca-Osimo. C’è persino chi ha lanciato l’idea di una cena fra tutti i colleghi di lavoro se questo progetto dovesse andare in porto.
Insomma i recanatesi sono pronti ad andare con quello che ormai ritengono il loro ambito territoriale naturale, cioè quello anconetano, tanto che si dicono pronti ad un eventuale referendum per andare sotto la provincia di Ancona, dopo la soppressione da parte del governo Monti di quella di Macerata.
Ieri mattina doveva esserci l’incontro fissato da tempo fra le organizzazioni sindacali e la direzione generale dell’Area Vasta 3 proprio sul riordino dei servizi sanitari e sulla organizzazione della lungodegenza di Recanati, Tolentino e Matelica, ma di fronte al repentino cambiamento delle carte sul tavolo, fatto dall’esecutivo regionale, tutto è saltato.
Il sindaco Fiordomo parla senza mezzi termini di un colpo di mano. Vede il pericolo che nell’ulteriore riordino della sanità marchigiana sulla base delle aree omogenee si possa abbattere una ulteriore scure sull’ospedale di Recanati. “Non facciamo scherzi, afferma il primo cittadino, noi abbiamo già dato ed abbondantemente e se vogliono fare ulteriori tagli si rivolgano altrove. Anzi, aggiunge Fiordomo, chiediamo il rispetto di ciò che è stato promesso alla città, e cioè i fondi per il trasferimento del Poliambulatorio, l’avvio della lungodegenza, il potenziamento del Punto di Primo Intervento, e della radiologia che non è pensabile che sia aperta solo di mattina. Questa è la linea del Piave”. Intanto è stato programmato per lunedì 20 novembre in Comune un incontro con il direttore dell’Area Vasta 3, Enrico Bordoni, i medici ospedalieri, quelli di famiglia e il personale infermieristico, proprio per verificare l’attuazione dei piani di rilancio dell’ospedale “S. Lucia”
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