nel Maceratese si paga il triplo rispetto all’ ICI

Nota dei consiglieri provinciali Franco Capponi e Nazzareno Agostini. Pochi sconti e molti i Comuni esentati per indice di montanità  ma con gravi ripercussioni sulle entrate degli Enti Locali.

I Comuni potevano aumentare o diminuire l’aliquota IMU anche sui terreni e sui fabbricati rurali. Nella nostra Provincia quasi tutti hanno lasciato aliquota media dello 0,20% e quindi non e’ stato recepito dagli Enti Locali l’allarme avanzato da molte Organizzazioni di Categoria, Coldiretti e Confagricoltura in testa, senza dire che per la prima volta la tassazione patrimoniale colpisce anche i fabbricati rurali accessori.  
Sono pochi  gli Enti della nostra Provincia che si sono avvalsi della facoltà di differenziare l’aliquota, riducendola, per quei  terreni condotti da coltivatori diretti o I.A.P. (Imprenditore Agricolo Principale),  sulla scorta del fatto che per gli imprenditori agricoli la terra e le stalle sono strumenti di lavoro e non patrimoni, e che, come tali, richiedono una fiscalità differenziata rispetto alla mera proprietà.
Seppur la Provincia di Macerata sia da considerarsi la piu’ agricola delle Marche anche perchè la provincia con maggior territorio di tutte le altre  (ecco un’altra grande contraddizione di chi si ostina a volerla eliminare) sono solo tre i Comuni che hanno deciso di abbassare l’aliquota IMU sui terreni agricoli e fabbricati rurali e precisamente i Comuni di  Montelupone, Pollenza e Porto Recanati. Molto impattante quindi sulle aziende agricole l’ IMU agricola  nei grandi comuni della nostra Provincia ( Recanati, Corridonia, Potenza Picena, Morrovalle e la stessa  Macerata)
Da sottolineare comunque come molti Comuni Montani e Parzialmente Montani, tra i principali TOLENTINO, SAN SEVERINO MARCHE, CINGOLI, MATELICA, MOGLIANO, CAMERINO, CASTELRAIMONDO, SAN GINESIO, ECC.  e tutti i comuni Montani di  ACQUACANINA, APIRO, BELFORTE DEL CHIENTI, BOLOGNOLA, CALDAROLA, CAMPOROTONDO DI FIASTRONE, CASTELSANTANGELO SUL NERA, CESSAPALOMBO, COLMURANO, ESANATOGLIA, FIASTRA, FIORDIMONTE, FIUMINATA, GAGLIOLE, GUALDO, MONTE CAVALLO, MONTE SAN MARTINO, MUCCIA, PENNA SAN GIOVANNI, PETRIOLO, PIEVE TORINA, PIEVEBOVIGLIANA, PIORACO, POGGIO SAN VICINO, RIPE SAN GINESIO, SANT’ANGELO IN PONTANO, SARNANO, SEFRO, SERRAPETRONA, SERRAVALLE DI CHIENTI e USSITA non sono soggetti alla tassazione IMU in quanto esenti.
Da sottolineare comunque che il taglio totale dei trasferimenti Statali conseguenti all’introduzione dell’IMU in queste aree sia estremamente penalizzante per gli Enti locali.
La totale esenzione dal tributo e’ favorevole all’agricoltore ma estremamente negativa per quei territori e quei Comuni che in questi anni hanno investito nelle zone rurali con opere stradali (asfaltatura), acquedottistiche, servizi di raccolta differenziata dei rifiuti, diffusione della  banda larga, valorizzazione del turismo rurale e della multifunzionalità.
Certamente non tutti i Comuni si sono impegnati in  egual misura per l’infrastrutturazione delle nostre aree agricole, ma il fatto che oggi non ricevono piu’ nessuna risorsa (abolite anche le funzioni e azzerate le risorse per le Comunità Montane) per sviluppare ulteriori servizi, ma ora si rischia di metterli definitivamente in ginocchio con una squilibrata finanza locale con risvolti tetri soprattutto i comuni ad alto indice di montanità, con ripercussioni fortemente penalizzanti anche per la semplice manutenzione delle infrastrutture esistenti.
Tenuto conto della generale crisi economica che attraversa l’agricoltura e della scarsa redditività del settore, soggetto tra l’altro a ricorrenti calamità (piogge torrenziali, frane, nevicate, siccità)  ne e’ evidente che l’introduzione dell’IMU sia stata fatta in modo irragionevole ed  eccessivamente penalizzante per le nostre aree rurali.  
Confidiamo comunque che, come dice una recente ricerca UE su un campione di giovani under 35,  le aree rurali saranno il futuro, per tanti giovani , luogo dove poter vivere lontano dal caos della metropoli e sviluppare un proprio progetto di vita e lavorativo e dove, grazie a internet, le distanze con la città e con i mercati si accorceranno e dove converrà investire.  
Auspichiamo quindi che  le risorse  ricavate attraverso l’IMU vengano armonizzate rispetto alla necessità di riequilibrio territoriale  ed utilizzate per rafforzare la funzione di manutenzione  del territorio e delle sue infrastrutture, spingere sulle funzioni di conservazione dei beni pubblici primari,  quali la natura, la biodiversità, la sicurezza e la qualità delle produzioni agroalimentari ma anche  di manutenzione del greening e la possibilità di sviluppare una nuova economia legata all’energia rinnovabile compatibile, alle produzioni a KM  “O “  e della multifunzionalità agricola, proprio perché ci possa essere qualche idea di futuro per i nostri giovani.

Franco Capponi
Nazareno Agostini

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