Drammi e disagi quotidiani della sanità locale

RECANATI. Sono le esperienze drammatiche di tutti i giorni che riportano alla ribalta in maniera dolorosa il problema dello stato dei servizi della sanità nel territorio. Il ridimensionamento dell’ospedale recanatese non ha fatto altro che acuire i disagi degli utenti e il senso di precarietà dell’assistenza sanitaria. Dalle pagine facebok dell’Amministrazione comunale si rimbalzano le testimonianze di chi purtroppo vive sulla propria pelle o su quella dei propri cari esperienze drammatiche.

E’ Matteo a dare il là alla protesta con giudizi non proprio lusinghieri sull’ospedale di Civitanova dove “è stato lasciato un paziente 84enne un giorno intero nella sala di attesa perché non c’erano posti letto”.  Sara rincara la dose raccontando l’odissea del padre con l’inevitabile accusa agli amministratori colpevoli di aver “deciso di far morire l’ospedale di Recanati pensando bene che le ragioni politiche siano molto più importanti di qualsiasi vita umana.”

Daniele Massaccesi, assessore alla sanità e servizi sociali della giunta Fiordomo, sceglie il Carlino per descrivere tutto il disagio subito da due coniugi recanatesi ottantenni.  “Il mio paziente si è sentito male in casa ed è stato trasportato al Pronto soccorso di Civitanova dove è rimasto per quattro giorni. In tutto questo tempo, da quanto mi hanno riferito, gli sono stati forniti solo due pasti, per il resto è andato avanti con sandwich passati dai familiari. L’odissea non finisce qui perché la moglie che l’assisteva, anche lei ottantenne, si è, nel frattempo, scompensata, forse per lo stress o che altro. Si sono ritrovati insieme su un letto d’ospedale ma mentre il marito è stato rinviato a Recanati per il ricovero in lungodegenza, la moglie la volevano trattenere a Civitanova. E’ stata lei che ha pregato i sanitari di farla stare accanto al marito per cui, alla fine, i due coniugi sono stati ricoverati entrambi a Recanati nello stesso reparto di lungodegenza.”

Cronache ormai di quotidiani disagi legati alla nuova organizzazione della sanità territoriale e al declassamento del S. Lucia. “L’ho detto sempre che per risparmiare su certi servizi e, soprattutto, sul personale, gli amministratori regionali si sono disinteressati degli alti costi sociali per i pazienti e le loro famiglie.” Massaccesi non vuol sentir parlare, riferito all’ospedale di Recanati, di “Casa della Salute” perché dietro altro non c’è che un ospedale degradato, senza più una medicina per acuti, un Punto di Primo Intervento con medici dedicati, un punto nascita e una pediatria, un laboratorio analisi presto trasformato a semplice punto prelievi e altri servizi ridotti a lumicino come la radiologia, che doveva essere rafforzata, ricorda l’assessore, dall’arrivo di un terzo radiologo, che invece non si è mai visto. “Io vorrei un incontro con Piero Ciccarelli, (direttore Asur Regione Marche ndr) per potergli parlare di un mio progetto, e cioè utilizzare le risorse ancora presenti nel territorio, rappresentate da professionisti e macchinari, per salvaguardare alcuni servizi e crearne di nuovi senza costi aggiuntivi per la sanità.” Un disperato tentativo per ridare speranza ai tanti utenti delusi.

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