Nota di Galliano Nabissi. Una storia che mi ha trasmesso una carissima amica israeliana che invierò integralmente in due puntate. Prima puntata: Esiste da anni a Tel Aviv un centro ricreativo e culturale che si chiama Nalaga’ at Center e si trova al vecchio porto di Jaffo da anni restaurato e trasformato in un quartiere molto ricercato,particolare,pittoresco dove la sera gli israeliani vanno a cena nei bellissimi ristorantini e poi a teatro,al luna park o semplicemente a sedersi in un caffe’. Il particolare. Al Caffe’ Kapish belle ragazze e ragazzi (israeliani ebrei e arabi), sorridenti,tutti completamente sordi,intrattengono i clienti,ricevono le ordinazioni,usando la loro lingua,la lingua dei segni . E’ un’esperienza bellissima e totalmente coinvolgente che in men che non si dica i clienti”normali” incominciano a muovere le mani copiando i segni dei loro ospiti. Dopo un primo momento di sconcerto per la situazione nuovissima e strana,i clienti del Caffe’ si trovano a proprio agio e incominciano a imparare,divertendosi,la nuova lingua ,cercando di fare capire ,silenziosi per non turbare l’assoluto silenzio del locale. Il personale li coinvolge,li avvolge in un’atmosfera affettuosa,insegna loro cosa sia la diversità vissuta con allegra positività e loro si lasciano guidare verso un’esperienza unica e esaltante. Un’esperienza fuori dal mondo. Nel teatro di Nalaga’ at Center recitano attori sordomuti(anch’essi appartenenti a tutti i gruppi esistenti in Israele,ebrei,arabi cristiani e arabi mussulmani,drusi,beduini), Vi sono spettacoli per bambini da 5 anni in su,decine di bambini che vengono portati dalle scuole o dai genitori a imparare che la diversità non significa solo problemi enormi ma anche gioia,anche lavoro,anche solidarietà,anche amore,anche fratellanza e soprattutto”Siamo uguali a voi!” Give me a sign,dammi un segno…. E possiamo comunicare. I bambini imparano e,in silenzio,riescono a partecipare e a divertirsi provando una gioia diversa,un divertimento senza confusione,rumore,senza eccessi,vengono letteralmente travolti da gioia pura mista a un grande interesse per quel mondo sconosciuto fatto di musica,di sorrisi e di mani che si muovono per parlare.. E’ un tipo di esperienza profonda e così importante che non dimenticheranno mai. Durante le recite in sala non si sente volare una mosca,provate a pensare cosa possono combinare decine di bambini tutti insieme,bambini che di solito gridano,ridono,si muovono,fanno confusione insomma. Bene quando sono in quel teatro si ammutoliscono e,sorridono un po’ imbarazzati,pendono letteralmente dalle mani degli attori,non perdono un segno,applaudono agitando le mani alzate,ridono,si divertono e poi vanno sul parco insieme agli attori e si”parlano”. I bambini imparano subito e in quell’atmosfera serena e allegra fanno volare le loro mani come farfalle,all’inizio intimiditi da tutto quel silenzio ma poi,travolti dall’atmosfera dell’ambiente,si lasciano andare,come ogni bambino,alle carezze e al nuovo linguaggio dei loro”strani” nuovi amici. Durante lo spettacolo in una parte del palcoscenico che è sempre alla stessa altezza del pubblico,alcuni attori fanno pane,lo cuociono all’istante e alla fine chiamano i bambini che lo spezzano lo mangiano ancora caldo e lo portano al resto del pubblico in sala. Il messaggio di queste persone e degli organizzatori è”siamo ciechi e sordi ma siamo creativi,sentiamo gioia,siamo autosufficienti,lavoriamo e vogliamo essere accettati come normali cittadini uguali a voi nel rispetto reciproco”.