RECANATI. Scatta oggi la procedura di mobilità per 118 dipendenti della Teuco di Montelupone, la nota industria di idromassaggi e prodotti idrosanitari appartenente al gruppo Guzzini. L’accordo è stato raggiunto in questi giorni dopo lunghe trattative tra la Rsu aziendale, le segreterie Filcem-Cgil e Femca-Cisl, Confindustria Macerata e la Direzione Aziendale. Purtroppo questa decisione, dolorosa e drammatica per molte famiglie del nostro territorio, giunge al termine dei cinque anni di ammortizzatori sociali che la legge consente: quattro anni di cassa integrazione straordinaria e un anno di contratti di solidarietà. Il licenziamento per questi 118 dipendenti potrà essere scaglionato nell’arco di diversi mesi sino al 31 dicembre del 2014. Da quanto si è appreso per una ottantina di questi lavoratori sono già partite in queste ore le lettere di licenziamento. Per gli altri si spera che possano essere in parte ricollocati altrove o riassorbiti, speranza, però, legata ad un filo sottilissimo considerata la condizione di crisi generale in cui versa la Teuco alla ricerca dei mercati esteri per tamponare il crollo di quello interno.
“Nell’azienda, che occupa attualmente circa 340 dipendenti, ci dice Vincenzo D’Alessandro che ha seguito per la Cgil le trattative sindacali, si parla da tempo di ristrutturazione e riorganizzazione dell’attività, progetto sul quale ha investito diversi milioni di euro. Da parte nostra continueremo a dare la massima collaborazione con l’attesa che si aprano per la Teuco nuovi mercati esteri dove commercializzare il prodotto di qualità, frutto di esperienze e di professionalità che non devono essere disperse.” Lo stato di difficoltà dell’azienda, leader a livello nazionale nel settore benessere, parte da molto lontano. Già nel 2006 si era ricorsi alla mobilità per 50 dipendenti e due anni dopo, esattamente nel maggio del 2008, è scattata la cassa integrazione straordinaria per altri 120. Giunti al capolinea, dopo cinque anni di ammortizzatori sociali, l’azienda, che ha visto scendere il fatturato di diverse decine di milioni, era intenzionata a far scattare la mobilità per 137 dipendenti, poi scesi a 118, dopo lunghe trattative.