Assemblea Udc. Intervento conclusivo di Luca Marconi

Intervento conclusivo a braccio di Luca Marconi all’assemblea dell’Udc. Sala del Mutilato 28 giugno 2013. “50 anni fa c’era la lotta per chi voleva la libertà o la dittatura rossa o nera oggi c’è la lotta fra chi vuol sfasciare tutto e chi vuol costruire: noi siamo quelli che vogliono costruire. Il passaggio con Scelta Civica di Monti, era prodomico, cioè il passaggio verso il partito popolare europeo dove ci sono famiglie con una chiara identità per lo meno dell’Europa unita. Noi vogliamo spostare l’argomento dalle persone alle idee, troviamo le idee forti poi guarderemo alle persone che vengono da sé, l’entusiasmo di stasera è importante. Coalizione e vertice: grande rispetto per il lavoro dell’attuale sindaco. La coalizione si è formata un pezzo alla volta con un primo gruppo che ha sostenuto Fiordomo dove c’era la lista di Grufi, poi al ballottaggio il gruppo si è allargato con altre tre liste dove c’era la lista di Taddei, poi si è aggiunto l’UDC più per un fatto politico anche per l’esigenza nostra di ritrovare unità, è stata tirata dentro questa esperienza perché in un primo momento si era schierata da un’altra parte. Noi siamo stati presenti in tutti i tre momenti: elettorale, ballottaggio e post elettorale e non abbiamo mai preteso di aprire confronti permanenti. Noi vorremmo che il metodo dell’incontro di maggioranza fra tutti i consiglieri ma anche l’incontro di maggioranza fra tutti i segretari e i capigruppo e gli assessori incominci a diventare stabile, almeno per questi ultimi mesi in modo da affrontare insieme rafforzati il periodo elettorale. Il bilancio 2014, che sarà il 1° bilancio senza angoscia perché sarà il primo senza un debito pesante dovrà essere un bilancio costruito assolutamente insieme e noi vorremmo portare le nostre idee perché non saremmo credibili se portiamo un bilancio di tipo B e poi in campagna elettorale proponiamo un’ipotesi di bilancio di tipo C. Se il confronto è aspro va bene, nessuno si può sentire offeso perché le istituzioni sono di tutti, la dialettica che c’è tra di noi la esportiamo, deve essere sempre una dialettica costruttiva, sincera perché non si può creare la polemica per avere lo scontro e poi andarsene. La polemica può anche servire, chiamiamola proposta alternativa che non è scandalosa, oggi non succede più da nessuna parte, io mi permetto di rivendicarlo alla nostra proposta politica locale. Noi a livello provinciale abbiamo avuto esponenti provinciali che hanno apertamente dissentito dal centro sinistra regionale ma stanno ancora lì, hanno apertamente dissentito sulle scelte politiche ma stanno ancora lì. Certo un po’ di onestà politica avrebbe imposto di criticare le scelte ma quando queste sono decise a maggioranza bisogna che ci si impegnino tutti se no che famiglia è questa? La tendenza nostra è stata sempre inclusiva e non esclusiva. Noi non crediamo alle operazioni amministrative di tipo verticistico. Con il sindaco attuale abbiamo avuto un dialogo costante e non soffocante perché non siamo stati lì ogni 5 giorni a chiedere. Non vorremmo farlo mai perché noi non dobbiamo chiedere niente al sindaco, non ci deve essere un rapporto di  do ut des, noi siamo alla pari all’interno della maggioranza e diciamo le nostre cose e facciamo le nostre proposte di tipo organizzativo, di tipo programmatico, di metodo nel confronto democratico. Abbiamo anche idee significative nella ristrutturazione delle istituzioni: fare i quartiere in maniera seria con un consiglio eletto dai cittadini è una grande sfida ma poi su questi bisogna metterci qualche cosa: se per quel quartiere si spende 60 mila euro in manutenzioni è necessario chiedere loro un parere per sapere come spendere questi soldi, è un modo anche per farli partecipi. E’ una forma di partecipazione che si è persa e che c’era perché io da assessore al bilancio nel 1985 me la ricordo bene perché si andava nei quartieri e si facevano assemblee rognose, coticose dove ci si scontrava ma alla fine si raccoglievano le  idee della gente devono continuare ad esistere per raccogliere quella poco partecipazione della gente che è rimasta. Almeno una volta l’anno per decidere qualche cosa su cui magari già il quartiere sta facendo e sta facendo bene per cui l’Amministrazione vi deve dar retta se no si fa cagnara perché le cose debbono essere chiare. E se una cosa è chiara, fatta bene, di buon senso e porta un beneficio per tutti non ci può essere nessuna forza politica o sindaco che si può opporre perché se no l’UDC fa cagnara non per rompere perché noi non romperemo mai con nessunom, ma faremo cagnara sino alla fine. Dal confronto e dalla trasparenza si capisce chi ha ragione e chi ha torto perché se noi non riprendiamo questo metodo questo paese non arriva più da nessuna parte. Se si continua ad andare avanti con la pretesa che su ogni cosa ci si deve mettere d’accordo prima questo paese muore perché la gente non trova motivo per impegnarsi e trovare un riscontro. Certo ci vuole anche l’intelligenza del cittadino a capire che le cose sono limitate, ci vuole buon senso, ci vuole ricostruzione culturale va fatta e questa è la nostra grande scommessa e credo che tolti noi questa cosa non la stia dicendo nessuno e quindi io trovo in questo la più grande ragione per il nostro impegno elle elezioni comunali perché stiamo dando un contributo originale, unico, serio, onesto e partecipato.

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