“PRIVATA” contro la tratta delle donne

MILANO 21/4/2015. Una mostra, un libro, un progetto per denunciare una pratica sempre più diffusa che riduce la donna in schiavitù. L’evento promosso dall’associazione “La casa delle artiste” presso lo Spazio Alda Merini a Milano, è stato un susseguirsi di emozioni e dibattiti. Arte visiva, letteratura e testimonianze per sensibilizzare il pubblico su un tema sempre più attuale e terribile come la tratta delle donne a scopo di sfruttamento sessuale. Per l’occasione sono state richieste alcune delle opere di Privata, il progetto dell’artista recanatese Federica Amichetti nato come mostra d’arte contemporanea itinerante e programma didattico per combattere la violenza di genere. Dopo l’inaugurazione, il giornalista di Rai3 Riccardo Iacona, conduttore della trasmissione Presadiretta, ha presentato il suo ultimo libro Utilizzatori Finali: un’inchiesta sulla realtà della prostituzione da cui emerge un quadro allarmante e la urgente necessità di investire sull’educazione sessuale e sentimentale.  “Gli uomini italiani che vanno a prostitute” ha detto Iacona “non lo fanno per la prestazione tecnica, ma per l'esercizio assoluto del potere". Le dichiarazioni del giornalista hanno suscitato un acceso dibattito che ha continuato anche dopo il toccante racconto di Isoké Aikpitanyi, vittima della tratta e costretta a prostituirsi, e di Claudio Magnabosco, ex cliente, oggi diventato suo marito. La coppia ha creato nel 2000 il progetto “La ragazza di Benin City” per contrastare la tratta degli esseri umani e, in particolare, per sostenere le vittime. Nel corso degli anni il progetto si è dedicato principalmente a “Coscienza Maschile”, la rete che comprende le attività con i suoi cosiddetti "clienti" e il lavoro di sensibilizzazione e informazione rivolto ai maschi; questa specifica esperienza è collegata alla rete nazionale Maschile Plurale contro le violenze di genere. L’altro ambito operativo è l’Associazione vittime ed ex vittime della tratta, che le rappresenta direttamente e affronta il tema della loro liberazione nel quadro di un generale discorso sulla emancipazione della donna, in particolare in Africa. A supporto delle parole le opere in mostra nel locale adiacente alla stanza della Poetessa, con un nuovo lavoro dell’Amichetti dal titolo “That’s it baby girl…good job”, dove il denaro diventa simbolo ambiguo di identità; le immagini del fotoreporter Marco Garofalo con il suo “Superladies”, un reportage dall’Uganda attraverso cui si racconta come uno sport maschile come il wrestling, abbia invece restituito un motivo per vivere e reinserirsi nella società a diverse ex-prostitute, ragazze madri e donne che hanno subito violenza; infine l’opera “M’ama non m’ama” dove si afferma la natura intrinsecamente ambivalente dell’amore.

Nicla Cingolani

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