Un tre a zero secco, senza appello. Evoca un termine calcistico il sindaco Fiordomo sulla vicenda della casa colonica di proprietà di Anna Maria Dalla Casapiccola che si è vista, per ben tre volte, accogliere, da parte dei giudici del Tar e del Consiglio di Stato, altrettanti ricorsi, contro due pareri sfavorevoli della Sovrintendenza, formulati in tempi diversi, al recupero e ristrutturazione del suo casolare di campagna di via Passero Solitario, poco distante dal Colle dell’Infinito. “Un triplice pronunciamento, afferma il primo cittadino, che ha messo all’angolo la Sovrintendenza che, anche di fronte alla nostra iniziativa di mediazione, ha assunto un atteggiamento inspiegabile, mostrando quasi un accanimento ideologico.” Per Fiordomo è inequivocabile che questa vicenda stia rivelandosi un fallimento della strategia della Sovrintendenza che, per il clamore che ha assunto anche a livello nazionale, ha finito anche per gettare ombre sulla città. Fiordomo, quindi, non esclude che possa partire presto un’iniziativa legale da parte del Comune a tutela del buon nome della città contro quelle dichiarazioni scomposte che arrivano da parte di singoli e di associazioni. “Come sindaco farò fare delle verifiche per capire se certi interventi, certe prese di posizione, certe dichiarazioni che raccontano storie non vere e che amplificano situazioni che non esistono, danneggiando il buon nome di Recanati, siano passibili di una denuncia alla magistratura. Io, come sindaco, debbo tutelare il buon nome e la correttezza amministrativa di quello che viene fatto nella città di Recanati. Farò fare, quindi, questo tipo di valutazione.” Risvolti antipatici di una vicenda sotto certi aspetti paradossale e gonfiata a dismisura. Il primo cittadino ricorda che l’amministrazione comunale ha sempre seguito atteggiamenti lineari e trasparenti. “Abbiamo detto che quel casolare lì diroccato, sede sino a pochi anni fa di una gattara, è una bruttura, una schifezza, un pessimo biglietto da visita per i turisti che vengono a Recanati. La signora Dalla Casapiccola, che ne è la proprietaria, ha chiesto di rimetterlo a posto? Bene. Anche se il titolare di quel casolare di campagna poteva ampliare di molto la sua proprietà, ha presentato un progetto che contemplava, previo accordo con il Comune, la distribuzione di parte della volumetria in altre zone della città. A questo punto bisogna trovare un accordo per rimettere in piedi una struttura che rischia di cedere da un momento all’altro, con l’occhio vigile dei tecnici della Sovrintendenza. Si chiede, quindi, un minimo di buon senso e noi abbiamo cercato di sviluppare un ruolo di mediazione. Ma tant’è.”
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