Luca Marconi eletto al consiglio regionale. I motivi della vittoria

“Dedico questa vittoria alla mia famiglia e a tutto lo staff che mi hanno affiancato per tutta questa dura campagna elettorale.” Sorride, e ne ha ben donde, Luca Marconi, unico recanatese che entra in consiglio regionale strappando, per giunta, l’unico seggio riservato alla sua lista Popolari per la Marche. Un risultato ottimo in cui l’Udc partiva male, oggetto, per circa quattro mesi, di una campagna mediatica feroce, dipinti come dei dissidenti e investiti, non gli unici, dal ciclone giudiziario sulle spese regionali. Insomma, le premesse erano difficili ma Marconi e il suo partito, con oltre il 5 per cento di voti, ha superato brillantemente l’ostacolo. Così, almeno, la vede, con la classica filosofia del bicchiere mezzo pieno, il neo eletto recanatese che un rammarico ce l’ha: quello che avrebbe potuto ottenere un risultato migliore se solo il partito non si fosse diviso seguendo alcuni l’avventura di Spacca. Soddisfatto per il risultato personale perché, confessa, che avrebbe molto sofferto nella sua città dove c’erano altri candidati forti, fra tutti Alessandro Biagiola del Pd. Eppure ce l’ha fatta, grazie anche al gran lavoro prodotto, in questi ultimi cinque anni, nel territorio. “Dietro di me il vantaggio di una storia politica che inizia molti anni fa e che alla fine conta.” Scalfito appena dalla bufera giudiziaria e non solo per lui: “i papabili, che si sono candidati e che erano con me nel libro nero della magistratura, sono stati quasi tutti rieletti. L’indagine, però, non è stata così determinante nell’orientare il voto, forse perché la gente ha compreso che è stata fatta a tappeto e che non riguardava esattamente la distrazione di fondi. Qui si tratta di poche centinai di euro di cui si contesta l’uso che ne è stato fatto.” Marconi è convinto che è stato premiato dall’elettore per questo suo modo sereno e concreto di fare politica, mai contro qualcuno ma semmai a favore di qualcosa. “Basta ricordare le mie proposte, una fra tutte quella sulla riunificazione di tutti i concorsi regionali, una vera rivoluzione che non è stata colta adeguatamente dai media”.  

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