Sarà pure la città del “Giovane favoloso” ma i turisti e i recanatesi che si recano all’interno del chiostro di Sant’Agostino, che ospita la Torre del Passero Solitario, resa immortale dai versi del poeta Giacomo Leopardi, non godono certo di una delle meraviglie di questa città. Oltre agli archi in ferro, che sorreggono, dal dicembre del 2009, le antiche volte del vecchio convento, da ieri s’imbattono anche su un’area transennata che delimita un’armatura messa lì a puntellare la volta del convento resa pericolosa dalla comparsa di una grossa chiazza di umidità che ha già provocato il distacco di parti notevoli di intonaco. Dopo la segnalazione del Carlino e di un sito web locale, ieri mattina si è svolto un sopralluogo del dirigente dell’ufficio tecnico con una ditta specializzata per valutare gli interventi da fare per la messa in sicurezza dell’area e per individuare, nel frattempo, anche la causa delle continue infiltrazioni di acqua che sembrano provenire da perdite di vecchie tubazioni del bagno dell’ex convento, la stessa ala dove oggi è ospitata una mensa scolastica. Una tegola per la città che non poteva cadere nel momento meno favorevole dato l’afflusso turistico particolarmente importante in questo periodo estivo. La vicenda non mancherà, inoltre, di rinfocolare vecchie polemiche legate alla scelta di cinque anni fa dell’amministrazione di spendere più di un milione di euro per realizzare nei locali dell’antico convento una scuola elementare costringendo i progettisti, per ragioni di sicurezza, ad imbracare tre quarti del colonnato del Chiostro con archi in ferro, con enormi danni all'immagine della città, con un’ulteriore spesa di oltre 100 mila euro. Siamo nel dicembre del 2009 quando amministratori e progettisti affermavano che quell'intervento era momentaneo perché la struttura esterna, con il tempo, sarebbe stata sostituita da rinforzi interni alle colonne e quindi invisibili. L’allora assessore ai lavori pubblici, Alessandro Biagiola, ebbe ad assicurare che questi pilastri erano provvisori e servivano solo come "momentanei ausili in attesa di un nuovo e più puntuale progetto." Si era data anche la scadenza di un anno per eseguire questi lavori e togliere, così, gli archi dello “scandalo”. Ad oggi la situazione non solo è rimasta tale e quale a cinque anni fa ma si è aggravata con l’aggiunta di un puntello per sostenere una parte della volta lesionata dall’acqua. Ma la Soprintendenza non ha nulla da dire?
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